La scuola non è censura ma sempre educazione, confronto e crescita. Quello che manca al provvedimento del Ministro dell'Istruzione e del Merito sull'educazione sessuo-affettiva, approvato in questi giorni in prima lettura alla Camera dei Deputati. Per tenere corsi nelle scuole servirà il consenso dei genitori e comunque solo a partire dalle medie. Un colpo durissimo alla possibilità di costruire strumenti reali per prevenire e contrastare la violenza contro le donne.
Una ferita che continua a lacerare il Paese: oltre cento femminicidi ogni anno, e un sommerso enorme di violenza che riguarda anche le ragazze e i ragazzi più giovani. Lo raccontano l'età sempre più bassa delle vittime e degli autori e i tragici fatti di cronaca di questi giorni. L'Italia va in direzione opposta rispetto ai Paesi più avanzati dell'Unione Europea, dove 20 Stati hanno già introdotto l'educazione affettiva e sessuale obbligatoria.
Difficile capire perché, se non pensando al bisogno di compiacere una minoranza ideologica che oggi detta gli equilibri della maggioranza. E così si ignorano le richieste che arrivano dalle scuole e dalle famiglie, da tanti educatori che chiedono strumenti veri per aiutare ragazze e ragazzi a non essere lasciati nelle mani di un'"educazione" fatta solo di social e web.
Un altro passo indietro sul fronte dei diritti e delle opportunità.
NON BASTA LA REPRESSIONE, SERVE L'EDUCAZIONE
La destra con il ddl Valditara sull'educazione sessuo-affettiva, fa fare al Paese un passo indietro clamoroso; è il contrario di quello che servirebbe per contrastare la violenza di genere e per prevenirla. Non basta la repressione serve l'educazione.
Nei giorni scorsi abbiamo appreso della comparsa nei bagni del liceo Giulio Cesare di Roma una sorta di "lista degli stupri" con i nomi di 8 ragazze e di un ragazzo. Una scritta allarmante, che inneggia alla violenza della peggior specie. Un episodio gravissimo e drammatico che si è ripetuto in queste ore anche nei liceo Vallisneri di Lucca.
È la dimostrazione che la cultura dello stupro e la violenza patriarcale nelle scuole è già entrata e ci sentiamo spiegare da dei ministri di questa destra che l’educazione sessuale ed affettiva nelle scuole non serve a prevenire. E invece è proprio dalle scuole che deve iniziare l’educazione all’affettività e alla sessualità. L’Italia è uno dei soli sette Paesi europei che non ha questa educazione già obbligatoria.
Come Partito Democratico siamo convinti che invece questa educazione servirebbe in tutti i cicli scolastici. Questo passo indietro fatto con l'approvazione del ddl Valditara è grave e pericoloso.