Grazie a Gimbe per il lavoro autorevole, indipendente e serio che come sempre ha svolto nel Rapporto 2025 sul SSN.
I numeri sono eloquenti e non opinabili, come
vorrebbero alcuni. Il Presidente Cartabellotta ci invita a lavorare per un patto sociale, professionale, istituzionale e politico per salvare il SSN. Se ce ne saranno le condizioni il PD ci sarà, perché la salute è un diritto fondamentale del cittadino e un bene essenziale per la collettività.
Quattro sono per noi i punti prioritari su cui discutere.
Al primo posto le risorse: nel tempo sono stati sottratti 42,9 mld al SSN, certo anche da governi da noi sostenuti. Ma la sostanza non cambia e i 2.5 mld aggiuntivi annunciati oggi in un’intervista dal ministro Schillaci sono del tutto insufficienti per fare ciò che serve e che il Rapporto ribadisce: portare il finanziamento pubblico alla sanità al livello della media europea e ocse. Non accettiamo come risposta la scarsità delle risorse disponibili. È la politica che sceglie le priorità, così come lo fa sul finanziamento del comparto difesa. Cerchiamo insieme le soluzioni, attraverso il coinvolgimento delle Regioni. Altrimenti quel gap che il Rapporto segnala tra spesa pubblica prevista e fondi nel Bilancio dello Stato si scarica sulle Regioni che saranno costrette a tagliare prestazioni o aumentare le tasse. C’è poi il tema cruciale del personale: chiediamo rinnovi contrattuali e retribuzioni degne, un piano straordinario per le assunzioni, un impegno per la valorizzazione di tutte le professioni sanitarie e sociosanitarie. E ancora: mettiamo al centro del SSN del futuro la medicina di prossimità, seguendo la rotta tracciata dal PNRR e dal Decreto 77. Non basta un’attuazione burocratica, serve una piccola grande rivoluzione, che metta al centro i territori, la partecipazione della comunità, la prevenzione, l’integrazione tra professionalità diverse. Infine: i divari territoriali producono intollerabili disuguaglianze. Apriamo una riflessione ma intanto faccio un appello alla maggioranza: fermiamo l’autonomia differenziata in sanità! L’esigibilita’ di un diritto fondamentale non può dipendere dal luogo di residenza.