
Trovo molto bello che quest’anno le due sale dibattiti della Festa Nazionale de L’Unita’ a Reggio Emilia siano intitolate a due donne straordinarie Nilde Iotti e Tina
Anselmi che hanno lottato per un’Italia più giusta, in cui le donne fossero protagoniste. A cinquant’anni dalla legge istitutiva dei consultori, ieri sera ho partecipato ad una discussione appassionata e ricca di competenze, voluta e organizzata dalla portavoce della Conferenza delle Democratiche Roberta Mori. Con Anna Rossomando, Dario Safina, Eleonora Mattia, Rosa Papa, Federica Mazzoni, Ebe Quintavalla, Giulia Sudano abbiamo approfondito il valore dei consultori per la prevenzione e la promozione della salute delle donne di tutte le età, per il superamento del disagio sociale delle famiglie, per l’educazione sessuale e affettiva dei giovani. Abbiamo illuminato l’indebolimento di questi servizi, le carenze di personale e di risorse, le criticità anche dove essi sono molto diffusi e attivi. Abbiamo evidenziato le differenze territoriali che ancora troppo penalizzano le aree del mezzogiorno.
E abbiamo parlato della “modernità” dei consultori. Le lotte femministe che portarono negli anni settanta alla loro istituzione portarono ad un impianto culturale fondato sulla multiprofessionalità, sull’integrazione sociosanitaria, sulla relazione con i soggetti della comunità e sulla partecipazione. Ecco perché oggi, quando pensiamo alle Case della Comunità, dobbiamo ispirarci un po’ al modello originario dei consultori. Ed ecco perché nella riorganizzazione della medicina di prossimità non possiamo non includere un rilancio dei consultori, che sono ancora troppo pochi e che soffrono per scarsità di risorse e di personale. Cominciando dalle Regioni in cui governiamo e dai programmi delle Regioni che stanno andando al voto dobbiamo dimostrare che è possibile coniugare equità e innovazione nella sanità. E’ la politica a dover decidere quanto e come investire per la salute, non possiamo permetterci di smantellare un SSN che è stato, e nonostante tutto ancora è, un grande patrimonio di inclusione sociale e di equità.