"Oggi in Antimafia abbiamo ascoltato gli interventi del Gen. dei CC Mori e del Col. De Donno, dedicati agli anni a cavallo delle stragi, degli omicidi politici in Sicilia, delle stragi di Capaci e via D'Amelio. Sono state ricostruzioni sulle quali, nelle prossime sedute, sarà possibile chiedere molti chiarimenti, formulare domande e interrogativi. E promuovere altre audizioni. La prima impressione che abbiamo avuto è di grande perplessità e, per certi aspetti, di sconcerto".
Così i parlamentari Pd in Antimafia, Walter Verini, Enza Rando, Debora Serracchiani, Anthony Barbagallo, Peppe Provenzano, Franco Mirabelli e Valeria Valente.
"Siamo rimasti colpiti dal fatto che nelle circa due ore di relazioni, gran parte del tempo sia stato dedicato ad autodifese dei propri comportamenti. E a lanciare accuse, formulare giudizi opachi, scenari di delegittimazione nei confronti di alcuni magistrati e di esponenti istituzionali diversi, i quali da allora e da sempre sono stati protagonisti del contrasto alle mafie, al terrorismo rischiando la vita, vivendo sotto scorta. Al tempo stesso è apparso davvero poco credibile il fatto che esponenti come i due auditi, in primis il Gen. Mori, abbiano insistito per circoscrivere gli assassinii di Falcone e Borsellino e degli agenti delle scorte al solo scenario 'Mafia e appalti' - certamente rilevante - ignorando totalmente il quadro di cambiamenti politici e le scelte della Mafia, connesse a precise strategie di controllo del sistema politico-istituzionale. Strategie molto probabilmente legate alle stragi siciliane ma anche a quelle di via dei Georgofili, agli attentati romani del Velabro, San Giovanni e via Fauro, a quello di via Palestro a Milano, decise per cambiare il corso politico del Paese. Davvero molto singolare".