"La linea del Pd è emersa in modo limpido dal voto compatto di mercoledì alla Camera". Lo spiega la segretaria del Pd Elly Schlein su Repubblica a proposito della risoluzione sul piano di riarmo che, dopo aver spaccato la delegazione a Strasburgo, rischiava di far deflagrare il partito e di isolare la leader dem anche nel Pse. "Ma non c'è stato alcun attrito tra me e il gruppo socialista europeo", smentisce con nettezza la segretaria, reduce dalla riunione dei progressisti continentali che precede il Consiglio Ue. "Siamo una grande famiglia e come in tutte le famiglie non sempre la si pensa allo stesso modo, si possono avere punti di vista differenti. Si discute, ci si confronta e poi si prova a convergere - sottolinea -. Tant'è che il documento approvato proprio oggi dal Pse accoglie diverse proposte avanzate dal Pd". "Si insiste sulla necessità di una vera difesa europea. Noi siamo convinti che rafforzare 27 eserciti nazionali non faccia deterrenza come la creazione di un esercito comune - prosegue Schlein -. Si cita il superamento dell'unanimità verso la maggioranza qualificata, così da neutralizzare i veti. Chiede investimenti comuni perché parla di eurobond per la difesa, anche se noi abbiamo sollecitato a farli non solo su quello: per il Pd serve un Next Generation Eu da 800 miliardi l'anno per l'autonomia strategica della Ue, che significa anche politiche industriali, sociali, climatiche, innovazione". Ci sono state le polemiche poi per le parole di Meloni sul Manifesto di Ventotene. "In Europa quel manifesto è riconosciuto da tutti come testo fondativo della Ue, della sua tensione verso l'integrazione - rimarca la segretaria Dem -. La premier lo ha mistificato e sbeffeggiato, producendo un oltraggio alla memoria europea. Oltre che di Spinelli, Colorni, Ernesto e Ada Rossi, spediti al confino dai fascisti. L'ho detto in aula e lo ripeto: non permetteremo a Meloni di riscrivere la storia".