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Lorenzin: Draghi ci ricorda che il tempo è scaduto

18 Marzo 2025

"Mario Draghi mostra l'attualità del suo rapporto dopo le elezioni americane, stretti tra i dazi e la necessità di una difesa europea tutta da realizzare, dopo il cambio di rotta degli USA sulla NATO e le posizioni consolidate su atlantismo, Russia e Cina". Lo afferma Beatrice Lorenzin, vicepresidente dei senatori PD. "Il piano per la competitività diventa una piattaforma per la politica industriale, il cambiamento delle regole in gioco e, soprattutto, per una "più Europa": più Europa per lo spazio fiscale, per il mercato dei capitali e per il mercato unico. Più Europa politica, politica estera, difesa e strategie per salvaguardare la popolazione, il lavoro e la sicurezza europea. Siamo diventati più poveri rispetto agli Stati Uniti, con salari bassi, crescita insufficiente e un'economia che non riesce a trattenere i propri capitali. La dipendenza dall'export non può essere la nostra unica strategia: dobbiamo espandere il mercato unico, puntare sulla domanda interna, su una politica industriale su scala sovranazionale, costruendo una vera autosufficienza energetica, cardine strategico che passa dalle rinnovabili. Non si rinuncia alla decarbonizzazione, ma servono regole più elastiche e adattative rispetto ai cambiamenti da realizzare", aggiunge la senatrice dem. "Oggi le imprese tecnologiche europee sono schiacciate da regolamenti troppo rigidi, mentre i giganti americani e cinesi prosperano. Se vogliamo piattaforme digitali competitive e capaci di difendersi, devono essere europee e sostenute da una strategia comune. Lo stesso vale per la difesa: non possiamo più affidarci a un sistema frammentato. Bisogna costruire una dimensione europea della difesa, con un procurement europeo e un piano d'investimenti condiviso. Fa riflettere il passaggio sulle considerazioni sul debito: non ci sono spazi per l'espansione del debito nazionale per più di un Paese, per questo serve più debito comune", prosegue Lorenzin. "Infine, è necessario un cambiamento anche del modello decisionale. Come ha detto Romano Prodi, non possiamo più essere ostaggio dell'unanimità: su difesa, politica estera e materie strategiche dobbiamo decidere a maggioranza qualificata. Draghi ci ripete che il tempo per decidere è quasi scaduto. Credo però che la storia ci sfidi rispetto al nostro passato e al nostro futuro. Ventotene è un punto fermo che indica con chiarezza l'obiettivo da raggiungere, così come disegnare una roadmap delle tappe da intraprendere per realizzare una politica estera comune, una difesa comune, un mercato europeo dei capitali, un mercato unico attrattivo e premiante per le nostre imprese, una crescita economica che mantenga sostenibile il nostro welfare state. L'Italia che posizione vuole avere in questo processo? Qual è la posizione del governo italiano?", conclude.


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