Oggi ricordiamo le vittime della pandemia da Coronavirus. Quasi 7 milioni di decessi nel mondo, più di 180 mila in Italia. Ricordiamo vite umane, famiglie e comunità straziate. Restano indelebili nella nostra memoria le immagini della lunga coda di mezzi militari che trasportavano le bare delle vittime nella notte più buia di Bergamo. Sembrò allora che l’irreparabile fosse a un passo. Ma l’Europa e le istituzioni italiane, la comunità scientifica, gli operatori sanitari così come un intero Paese seppero reagire all’unisono per fronteggiare l’inimmaginabile, per mettere in sicurezza tutti noi e salvare quante più vite umane possibile, procedendo su un terreno totalmente sconosciuto, compiendo quotidianamente scelte difficili, che ci auguriamo non sarà mai più necessario compiere. A cinque anni da quella fatidica notte, in troppi sembrano aver dimenticato l’altissimo costo di vite pagato dal nostro Paese. Troppi i segnali di un malcelato negazionismo trapelano dagli atti del Governo. Dall’azzeramento delle multe per i no vax, alle discutibili audizioni richieste in Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza covid-19. Ma soprattutto l’impoverimento del Sistema Sanitario Nazionale è la prova regina di quanto il Governo Meloni non abbia imparato nulla dalla pandemia e di quanto poco lavori per un futuro in cui ogni persona possa veder riconosciuto il pieno diritto alla salute.