Un ‘momento per onorare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio del personale medico, sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato’. Queste le parole con cui nell’autunno del 2020, mentre ancora infuriava la pandemia, il Parlamento sceglieva il 20 febbraio come Giornata nazionale dei professionisti che quella battaglia hanno combattuto in prima linea, spesso a costo della vita. La tempesta è passata, ma quei professionisti continuano a svolgere un ruolo fondamentale per tutti i cittadini e le cittadine, ogni giorno, a garanzia di un diritto fondamentale di ogni essere umano, quello alla salute e allora dobbiamo dire che dopo cinque anni questa Giornata ha il sapore dell’amarezza. Purtroppo i fatti smentiscono quella doverosa riconoscenza. Tutte le professioni del mondo sanitario e socioassistenziale sono in sofferenza: turni massacranti, stipendi inadeguati, servizi spesso carenti. Dall’inizio di questa Legislatura denunciamo il drammatico definanziamento del SSN, la totale incapacità del governo nel dare risposte alle criticità e ancor più nell’immaginare il futuro della sanità pubblica. Abbiamo proposto soluzioni concrete, a partire dalla proposta Schlein di portare gradualmente la spesa sanitaria al 7.5% del pil e per togliere definitivamente il tetto di spesa per il personale, ma abbiamo finora trovato solo porte chiuse da parte della maggioranza. Anche per questo, il Partito Democratico è da mesi in mobilitazione su tutto il territorio nazionale, accanto alle professioniste e ai professionisti del settore, perché riconoscere la dignità di queste professioni vuol dire dare valore a ogni vita umana.