La crescita dell'Italia é ferma, le crisi industriali si moltiplicano, le ore di cassa integrazione crescono, i costi delle bollette aumentano per famiglie e imprese. Ma il Governo si ostina a ignorare l’emergenza lavoro nel nostro Paese, affossando tutte le proposte che il partito Democratico ha messo in campo in questi mesi dall’opposizione.
Questa settimana è toccato alla proposta di legge unitaria per la "settimana corta", presentata dal Partito Democratico, AVS, M5S. La necessità della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario va affrontata: lo impone l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale che ridurranno altrimenti i posti di lavoro, lo impone la necessità vitale di riconquistare i propri tempi di vita da parte delle persone. E lo dimostrano anche i dati positivi sulla produttività e la crescita registrati nei Paesi dov’è questa misura viene attuata, a partire dalla Spagna che cresce di oltre il 2%.
Eppure di fronte a questa materia fondamentale, maggioranza e Governo sono capaci solo di scappare. Calendarizzata in quota opposizioni la nostra proposta è stata di fatto sabotata. La decisione è giunta dopo che per mesi il Governo ci aveva assicurato di voler presentare una propria proposta, che alla fine non è arrivata. Quel che è peggio è che non hanno avuto nemmeno il coraggio di bocciare la nostra legge. La tecnica è sempre la stessa, quella usata anche per la legge sul salario minimo: mettere su un binario morto la legge e sottrarsi da una discussione vera in Parlamento su temi che riguardano milioni di lavoratrici e lavoratori.
Questo metodo non è più accettabile: non si può mandare in soffitta una proposta così importante costringendo i cittadini a pagare l'insipienza e l’arroganza di questo Governo e della sua maggioranza.