Napoli ha chiuso il 2024 consolidando la propria posizione di meta privilegiata del turismo internazionale e ora si sta preparando a un’altra grande sfida in occasione del Giubileo della Speranza. Il mio coinvolgimento è totale non solo come credente ma anche in quanto assessora al turismo e come delegata dal Sindaco Manfredi al tavolo organizzativo con la Curia. Stiamo predisponendo già da ottobre un piano straordinario di accoglienza per offrire eventi e servizi adeguati in modo che i pellegrini possano vivere in tutta sicurezza un’esperienza spirituale ricca ed emozionante anche dal punto di vista culturale. Prevediamo l’arrivo da Roma di oltre 4 milioni di pellegrini che saranno accolti nelle chiese aperte anche di notte e ospiti di tanti eventi e di itinerari che valorizzino l’immenso patrimonio religioso della città, ai quali stiamo lavorando in grande sinergia con la Curia. La prima programmazione che ci vedrà impegnati sarà presentata a breve assieme al sindaco Manfredi e al teologo don Gennaro Matino, delegato dal Cardinale Battaglia.
A Napoli le celebrazioni sono partite il 29 dicembre con l’apertura diocesana del Giubileo, cinque giorni dopo l’apertura della Porta Santa a Roma. Pochi giorni fa ho partecipato con grande commozione alla messa del cardinale Mimmo Battaglia nel carcere di Secondigliano. Nel corso della cerimonia, è stata portata in processione una Croce realizzata dai detenuti del polo arti e mestieri del carcere partenopeo. Un altro momento di grande partecipazione si svolgerà il 22 marzo, quando la Chiesa di Napoli si recherà a Roma per un grande pellegrinaggio, con tutte le parrocchie che verranno accolte da Papa Francesco. Nel calendario del Comune per le celebrazioni sono previsti anche il Giubileo delle Istituzioni, l’apertura di numerosi monasteri e conventi per le visite, dibattiti sulla spiritualità con prelati, filosofi e scrittori, un concerto in piazza del Plebiscito nella Giornata della Pace e della Speranza. Nei progetti del Comune c’è anche la trasformazione della chiesa di San Pietro ad Aram, luogo in cui si narra sia passato San Pietro, in un centro di accoglienza per i bisognosi con ambulatori e spazi di ospitalità, destinato a restare attivo anche dopo il Giubileo. L’attenzione dell’amministrazione è rivolta agli ultimi, a chi “non ha diritto al lavoro e alla casa”.