Evocazione di simboli autoritari, caccia ai migranti, abolizione dello ius soli dopo 150 anni, negazione della crisi climatica: Trump ha definito il 20 gennaio 2025 come il “Giorno della Liberazione”, ma quale libertà intende? Quella di calpestare i diritti umani? Di ignorare la solidarietà? Di chiudere gli occhi di fronte alla giustizia climatica? Questa "liberazione" è in realtà un attacco diretto ai valori fondamentali delle democrazie, un’inquietante prova di forza che mina il futuro del mondo intero. Mentre Trump sfoggia il suo autoritarismo, Meloni vola a omaggiarlo, dimenticandosi che i dazi promessi penalizzeranno anche l'Italia e le sue imprese. E Fontana? Non solo non si oppone, ma arriva addirittura a invitarlo alle Olimpiadi invernali del 2026, senza alcuna lungimiranza sulle ripercussioni che queste politiche avranno sull'economia lombarda e italiana. Non possiamo restare in silenzio. Difendere i diritti, il lavoro, la democrazia e il pianeta è un dovere. Il futuro non si costruisce con la paura e i muri, ma con uguaglianza, giustizia sociale e coraggio politico.