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Losacco: l’accordo con Space X metterebbe a rischio la sovranità digitale italiana

14 Gennaio 2025

Articolo di Alberto Losacco su "Linkiesta"

La scelta del governo Meloni di affidarsi alla azienda di Elon Musk è una pericolosa scorciatoia perché al termine del contratto il nostro paese si troverebbe nuovamente dipendente dai suoi servizi, senza acquisire competenze tecnologiche né infrastrutture proprie. Abbiamo le competenze per sviluppare la nostra rete, ma servono finanziamenti e una visione strategica, investendo nel progetto Iris2.

Il messaggio che il Governo vuole far passare – Elon Musk come un fatto ineluttabile per via della sua condizione di monopolista –  è pericoloso e sbagliato. Già affidare la sicurezza nazionale a un’impresa privata straniera costituirebbe un problema; qui addirittura parliamo di un’impresa guidata da un multimilionario proprietario di un grande media globale, che interviene attivamente nelle vicende di altri Paesi, col fine politico di costruire l’internazionale della destra estrema e antieuropeista. Ma anche sorvolando su tali questioni, che non sono da poco, l’errore più grave sta nel perseguire una logica di breve termine e senza alcun respiro strategico, quello che invece dovrebbe sempre guidare le scelte legate all’interesse e alla sicurezza nazionale. 

Il punto dirimente è che l’Italia e l’Europa sono perfettamente in grado di realizzare satelliti e costellazioni e, con una decisa volontà politica, possono superare i loro limiti produttivi. Come ha ben spiegato in un’intervista la Ceo di Sitael, Chiara Pertosa, le cause del ritardo europeo non sono di ordine tecnologico. Il vero ostacolo sono i fondi (Iris2 è finanziato solo al sessanta per cento mentre negli Stati Uniti i contratti sono a più lungo tempo e permettono di ammortizzare i costi) e la normativa europea Ecss. Questa impone criteri stringenti sulle modalità di produzione, paletti rigidi sulle specifiche dei materiali, garantendo da un lato sicurezza, affidabilità e una qualità maggiore sul prodotto finale, ma dall’altro facendo lievitare costi e tempi di produzione rispetto a Space X.

La strada allora dovrebbe essere quella di rivedere le norme che frenano la capacità produttiva, aumentando sensibilmente i finanziamenti ma soprattutto supportando anche a livello istituzionale un programma che ha valenza strategica in ambito civile, militare e con delicatissime ripercussioni sulla sicurezza nazionale.

L’Italia, non va dimenticato, ha un ruolo di primo piano in Iris2: vi partecipa con Telespazio, controllata di Leonardo ed ha in Fucino, in Abruzzo, il principale centro di controllo del programma satellitare europeo, con tutto quello che ne consegue in termini di sviluppo industriale, di ricerca, di indotto economico. 

Così come non va dimenticato che l’offerta di Musk non risolve i nostri problemi, ma li ripropone in pochi anni, a quel punto forse irrisolvibili. I tanti sedicenti patrioti al Governo dovrebbero comprendere che con un miliardo e mezzo l’Italia comprerebbe per cinque anni i servizi offerti da Space X, ma il know-how e le tecnologie, scaduto questo tempo, tornano al proprietario; per non parlare della questione delicata della protezione dei dati sensibili che passano su quelle infrastrutture; mentre dieci miliardi sono il prezzo (cui l’Italia contribuisce con settecentocinquanta milioni di euro) per avere in proprietà una rete totalmente europea sia dal punto di vista degli investimenti produttivi sia delle ricadute tecnologiche, sia della sovranità digitale.

Proprio per il ruolo ricoperto dall’Italia e per l’evidente convenienza strategica a puntare sul tavolo europeo, un accordo con Space X minerebbe le basi del progetto satellitare europeo, assumendo un significato politico di ordine generale: davanti alla prima (superabile) difficoltà, l’Italia infligge un duro colpo al lavoro per la costruzione di un’autonomia strategica dell’Unione. Certo, è chiaro che la questione è europea, che si sono accumulati limiti e ritardi, ma nulla può giustificare una scelta miope e autolesionistica da parte del Governo. 

Serve una prospettiva d’altro tipo, mettendo i progetti e le realtà italiane ed europee nella condizione, assolutamente possibile come sottolinea Angela Pertosa, di realizzare in pochi anni una infrastruttura strategica più avanzata, più sicura e soprattutto italiana ed europea. È questa la vera operazione patriottica a tutela dell’interesse nazionale, che dovrebbe portare avanti in Italia e in Europa il Governo Meloni.  Sempreché alla sovranità italiana ed europea, allo sviluppo delle nostre imprese e della nostra ricerca, non si preferisca anteporre il tornaconto di qualche amico d’oltreoceano.  


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