Gentile Direttore,
accendere i riflettori sul tema del fine vita e del suicidio assistito è necessario e urgente. Il nostro Paese è in grande ritardo su un tema che tocca tante persone e tante famiglie che vengono lasciate sole di fronte alla sofferenza fisica e umana. Non si tratta di imporre una soluzione univoca a problemi che investono la sfera etica e valoriale delle persone, ma di dare un’opportunità, non l’unica, di scelta libera a chi ha una patologia irreversibile e vive grazie alle macchine.
Serve che lo Stato si assuma questa responsabilità e smetta di abbandonare le famiglie dei malati terminali su cui si scaricano l’onere della cura e anche di scelte sofferte. Oggi lo Stato non lo fa. La Corte Costituzionale ha dato indicazioni chiare al legislatore ma le istituzioni non hanno risposto. La destra ha bloccato ogni iniziativa legislativa. È stato così nella scorsa Legislatura, quando bloccarono al Senato la normativa approvata alla Camera dei Deputati.
È stato così recentemente in Regione Lombardia, dove la maggioranza di centrodestra ha dichiarato l’incompetenza dell’ente ad affrontare il tema. Ed è così oggi in Senato, dove la maggioranza sta rallentando la discussione sul Disegno di Legge “Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita” a prima firma del senatore Bazoli. Serve informare, confrontarsi e dedicare attenzioni a un tema complicato che riguarda concretamente la vita vera delle persone.
Un tema che va sottratto alle contrapposizioni ideologiche, anche se le responsabilità vanno denunciate, e va affrontato guardando alla Costituzione e ai diritti di chi soffre. Una politica che non lo fa, conferma la sua distanza dalla vita vera.