Avevo terminato da due mesi esatti la discussione della mia tesi magistrale di economia proprio sul tema statistico delle indagini quantitative. Era durante l’estate 2014 che da autodidatta ho iniziato a predisporre il business plan. I costi di avvio dovevo tenerli bassissimi. Potevo far conto solo sulle poche migliaia di euro racimolate facendo ripetizioni di matematica. Passano le settimane e arriva l’11 novembre. Non senza aver passato qualche notte insonne firmo dal notaio la costituzione di Winpoll Srls (la famosa tipologia di società di capitali dove basta un euro di capitale sociale). Le spese dovevano essere ridotte al minimo. Il costo principale: il software e i numeri di telefono per lavorare. L’ufficio: la mia cameretta (tanto chi deve entrare?). Devo abbattere i costi fissi, quindi al via la ricerca di intervistatori telefonici, allora pagati con i famosi voucher (poi tolti e poi nuovamente rimessi). Siamo partiti in 4/5. Il mio amico Roberto mi da fiducia . È lui il primo “cliente”. Tre settimane per fare mille interviste. Un parto. Mi ricordo che i primi mesi pure io mi sono attaccato al telefono. Non posso basarmi sugli amici ovviamente. Così inizio ad inviare mail e a fare chiamate a tutti i comuni e possibili candidati per le amministrative 2015. Non sono nessuno. Chi può prendermi in considerazione? Devo tenere i prezzi molto bassi, solo così posso avere qualche speranza. Arriva a gennaio da Rapallo una risposta ad una mail. Il candidato è una vecchia volpe della politica e non avendo mai sentito Winpoll chiede ancora un prezzo più basso. Ovviamente accetto. Praticamente lavoro per andare in pari coi costi. Poi tra febbraio e marzo arrivano altre risposte. Quando portavo a casa un lavoro toccavo il cielo con un dito per poi abbattermi quando il commercialista mi presentava i costi in inps, ires e varie spese accessorie. È stata dura i primi tre anni. Spesso mi domandavo se non era meglio trovarsi un “lavoro normale”. Il mio lavoro a quel tempo era al telefono a cercare clienti. Poi è diventato tutto un passaparola. Mi ricordo che nel 2016 è arrivato il primo cliente che mi ha chiamato perché segnalato da un altro mio cliente che si è trovato bene. È stata un’emozione bellissima. Poi le cose dal 2018 hanno iniziato ad ingranare seriamente, sono riuscito a pagare i contributi inps che all’inizio non avevo versato, ci siamo ampliati a 29 bravissimi intervistatori (che ringrazio sempre per la loro professionalità) e da un paio di anni ho con me Edoardo a tempo pieno che gestisce il grosso del lavoro che io con l’attività da assessore non riesco a seguire. Ora sono 10 anni. Mi guardo indietro e penso che da quando avevo 25 anni ne sono passate tante di alti e di bassi, da momenti di pura euforia, a mesi passati a cercare di riscuotere incassi (non sempre andati a buon fine). Ma il brivido del rischio è bello e anche non sapere cosa succederà il prossimo mese, ti da la carica per pensare sempre a qualcosa di nuovo.