Con un’ottima relazione della Segretaria Elly Schlein si è aperta oggi una riunione della Direzione Nazionale del PD che segna un cambio di fase nella vita del nostro partito e nella politica italiana. I risultati elettorali delle europee e delle amministrative in Italia - in un quadro europeo che segnala un’affermazione importante e preoccupante della destra sovranista e populista - sono per noi molto positivi e ci consegnano una grande e nuova responsabilità. Siamo il partito che cresce di più in termini percentuali e in voti assoluti alle Europee, risultando così la prima delegazione nella famiglia socialista e democratica, e otteniamo significative vittorie nei Comuni, in particolare nei capoluoghi, strappandone diversi alla destra. Tra cui, al termine della splendida campagna elettorale di Vittoria Ferdinandi, Perugia, la capitale della mia regione.
Questi risultati non cancellano alcuni elementi di criticità, che infatti sono stati evidenziati dalla Segretaria, a partire dal forte astensionismo nelle aree interne e tra le donne che ci deve interrogare in modo particolare. Il merito di questo successo è innanzitutto della leadership di Elly Schlein che è riuscita a riposizionare il Pd in modo molto netto nel campo progressista, individuando temi e proposte che stanno particolarmente a cuore ai cittadini, a partire dalle fasce meno garantite. Le nostre battaglie sul salario minimo, contro la precarietà, sui diritti, per la difesa della salute e della sanità pubblica hanno definito l’identità di sinistra del nostro partito senza ambiguità. E tutto questo è stato possibile, mantenendo e valorizzando il nostro pluralismo interno e la nostra unità. Elly Schlein ha dimostrato che si può essere una leader forte e generosa al tempo stesso, che si può imprimere una svolta senza comprimere le differenze, che si può essere “testardamente unitari” senza essere subalterni. I numeri ci dicono che la destra è forte ma non imbattibile e ci consegnano una responsabilità ineludibile per la costruzione dell’alternativa. Ora questo ce lo riconoscono tutti e soprattutto se lo aspettano gli elettori e le elettrici che hanno votato per i partiti dell’opposizione, come abbiamo sentito dalla piazza che abbiamo organizzato subito dopo il voto per contrastare lo scempio istituzionale che la destra sta configurando con l’autonomia differenziata e il premierato.
Ora però non possiamo riposare, ci dice giustamente la Segretaria. Dobbiamo organizzare un’altra “estate militante”. I punti su cui chiamare i nostri iscritti e simpatizzanti alla mobilitazione sono chiari.
Su questa piattaforma e con questo spirito il Pd riuscirà a rafforzare anche l’iniziativa unitaria per costruire un’alleanza alternativa alla destra ampia, forte, credibile. Il campo progressista italiano dunque non si unisce “contro” qualcuno ma “per”. Non ci servono provinciali paragoni ne’ con il Nuovo Fronte Popolare in Francia ne’ con il Labour di Starmer. Siamo più avanti. Poco più di un anno fa abbiamo perso le elezioni e i sondaggi erano terribili. Oggi siamo una forza in campo, viva, unita, il nostro profilo progressista è ben delineato e siamo senza ombra di dubbio l’ architrave dell’alternativa. Possiamo essere orgogliosi della strada percorsa e consapevoli di quella che ci aspetta, impegnativa ma anche esaltante.