“Le donne non hanno bisogno di prediche sulla bruttezza e disumanità della scelta abortiva. Le prime a voler evitare l’aborto sono loro perché conoscono la sofferenza contenuta in questa scelta. Con la 194 il ricorso all’aborto si è dimezzato. Merito di una legge saggia e lungimirante”. Livia Turco parte dai dati per demolire quello che Ivana Veronese, segretaria confederale Uil, non esita a definire “un gravissimo, ennesimo assalto alla libertà di scelta delle donne”. L’emendamento che vuole aprire i consultori alle associazioni pro-life è chiaramente un ulteriore colpo alla legge 194 che si sta smantellando pezzo per pezzo nonostante le promesse, vane, della presidente del Consiglio. In Italia i consultori, pubblici e privati, sono solo il 73% di quanto richiesto dalla legge, che ne prevede uno ogni 20.000 abitanti. “Prima la proposta di legge per obbligare i medici a far sentire il battito del feto alle donne che vogliono abortire, - sottolinea Veronese - ora questo emendamento: con l’aggravante del voto di fiducia chiesto dal Governo sul testo di conversione. Sono queste le priorità del governo per la salute delle donne?”. No. Certo che no. Priorità sono le liste d’attesa per una ecografia che si dovrebbe fare al quinto mese di gravidanza e che ha otto mesi di attesa. A quelle madri e quei bambini, chi pensa?