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Roggiani: nel Dl PNRR non c’è ripristino dei tagli

18 Aprile 2024

Nel decreto Pnrr approvato questa mattina dalla Camera, "innanzitutto non c'è il ripristino dei tagli. Purtroppo questo è il quarto decreto sul PNRR, in quattro decreti sono riusciti a tagliare e de-finanziare in particolare la sanità. Non c'è il ripristino degli 1,2 miliardi del taglio Ospedali Sicuri chiesto non solo dalle opposizioni ma anche da tutte le regioni, anche quelle del centrodestra che hanno minacciato di andare alla Corte Costituzionale. Non c'è una vera attenzione ai temi della sicurezza sul lavoro perché c'è una delega in bianco, non c'è un ripristino dei fondi per gli asili nido e non c'è un'attenzione alle donne". Così la deputata del Partito democratico Silvia ROGGIANI, intervenuta anche in dichiarazioni di voto per esprimere la contrarietà del Pd a un decreto Pnrr giudicato insoddisfacente: proprio sul fronte parità di genere e sostegno alla genitorialità, spiega, "sono stati definanziati i posti nei asili nido e ci sono ormai quasi il 70% dei bandi in deroga per le assunzioni delle donne. Non c'è una visione di futuro, è come se dovessero fare un compitino quando in realtà l'Europa ci ha consegnato una promessa di futuro per le C'è, invece, l'emendamento sui consultori che ha fatto molto discutere in questi giorni. "Un emendamento davvero triste - spiega ROGGIANI - Lo voglio dire perché purtroppo sul corpo delle donne si fa propaganda. Se avessero voluto davvero affrontare il tema della natalità lo avrebbero potuto fare non solo in questo provvedimento, ad esempio appunto con i posti nido o con il sostegno all'occupazione femminile, ma con un vero piano della natalità che invece oggi sostanzialmente risponde solo al 6% delle mamme italiane". O ancora, aggiunge, "lo avrebbero potuto fare con i congedi paritari che abbiamo chiesto nella legge di bilancio. Non c'è niente di tutto questo, ma c'è la possibilità di entrare nei consultori, che tra l'altro non ci sono perché siamo fuori legge come numero dei consultori in tutta Italia, dei no Choice e dei pro Life. Ancora una volta si colpevolizzano le donne per le loro scelte, che oggi qua in Italia non possono fare liberamente: né quella di essere madre né quella di abortire


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