Ieri le Regioni italiane - all'unanimità - hanno contestato al governo l'ennesimo pesante taglio ai fondi per la Sanità previsto dall'ultimo decreto sul PNRR ora in discussione alla Camera. Al comma 13 dell'art.1 di quel decreto, infatti, il governo apporta una sforbiciata per 1,2 miliardi di euro ai progetti del Piano Nazionale Complementare per il programma 'Verso un ospedale sicuro e sostenibile'. Si tratta di una riduzione di investimenti già programmati del tutto insostenibile e non regge il rinvio ad altre fonti di finanziamento, come l'art. 20 dell'edilizia sanitaria, già impegnati dalle stesse amministrazioni regionali per altri progetti, peraltro rendicontabili con procedure del tutto diverse da quelle del PNRR/PNC. Dove era il ministro Schillaci mentre il suo collega Fitto in CdM proponeva questi tagli? Un vecchio adagio dice 'chi tace acconsente', ma ora la misura è colma. In ogni passaggio di rimodulazione dei fondi europei o nazionali collegati al Pnrr la scure cade sulla sanità, dimenticando che all'origine di quelle risorse c'è stato il dramma della pandemia e la necessità di colmare i divari e affrontare le fragilità del nostro Servizio Sanitario Nazionale