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Braga: prendiamoci cura di un territorio fragile

02 Dicembre 2022

Questa settimana sono intervenuta alla Camera nel corso dell'informativa del Ministro per la Protezione civile e del Mare, Nello Musumeci, sui tragici eventi alluvionali e franosi occorsi ad Ischia e alla messa in sicurezza del territorio. Ho colto questa occasione per rinnovare il cordoglio del gruppo del Partito Democratico alle vittime della tragedia di Ischia e il nostro ringraziamento ai soccorritori, alla Protezione civile, ai Vigili del fuoco, ai volontari e a tutte le istituzioni impegnate nel tentativo di portare soccorso a un'isola così ferita dagli avvenimenti dei giorni scorsi.

Non serviva la vicenda di Ischia per scoprire che l'Italia è un Paese così fragile dal punto di vista idrogeologico, segnato dal consumo di suolo e dall'abusivismo edilizio, in cui i cambiamenti climatici impattano in maniera ormai drammatica sulle nostre vite, generando rischi, danni, distruzione, che fino a poco tempo fa pensavamo impossibili.


Da gennaio luglio di quest'anno si sono registrati in Italia 132 eventi climatici estremi, il numero più alto della media dell'ultimo decennio. E questo è solo uno dei dati che ci spingono a ricordare come occorra accelerare il nostro sforzo per contrastare l'effetto dei cambiamenti climatici, adottare politiche di messa in sicurezza del territorio e contrastare le pratiche di uso dissennato del suolo, dotando finalmente il nostro Paese di una legge nazionale che fermi il consumo di suolo.

Il Ministro Musumeci ha fornito un'informativa di quanto avvenuto; il Governo ha giustamente dichiarato lo stato di emergenza e si è impegnato a intervenire con alcune prime risorse per aiutare la popolazione di Ischia. Dall'opposizione verificheremo e sosterremo le scelte che verranno fatte in quella direzione, ma incalzeremo anche il Governo a fare tutto quello che serve per Ischia e per gli altri territori, per ultime le Marche, colpite dalle recenti calamità, senza fare figli e figliastri.

Chiediamo di agire per rafforzare la prevenzione del dissesto idrogeologico, evitando di indirizzare le risorse a investimenti inutili o dannosi. Diamo subito un primo segnale unitario in questa legge di bilancio, lo chiediamo al Governo, lo chiediamo alla maggioranza e a tutte le forze politiche: destiniamo le risorse disponibili per il Parlamento a finanziare e sostenere gli investimenti contro il dissesto idrogeologico, evitando di disperderle in mille rivoli. Come PD vigileremo affinché non siano più promossi, sotto nessuna forma o qualsiasi dicitura, condoni edilizi in questo Paese. Questo Governo ha destinato pochissime e vaghe parole a questo tema. Lo capisco. Perché la maggioranza di questo Governo è quella che, fino a qualche settimana fa, anche nell'ultima campagna elettorale, tappezzava molti dei territori oggi colpiti in maniera drammatica nella stessa provincia di Napoli di manifesti, promettendo il condono subito. Capisco l'imbarazzo del Governo, ma di fronte a questa situazione che è legata alla fragilità di tutto il territorio nazionale, non solo di quello di Ischia, c'è bisogno di chiarezza e di fermezza.


Chiarezza e fermezza che la nostra parte politica ha sempre avuto, contrastando anche l'ultima scelta del 2018, che fu una decisione dannosa e sbagliata, quella del condono di Ischia. In Parlamento, il Partito Democratico, insieme alle altre opposizioni di centrosinistra e alle tante voci dell'ambientalismo, contrastò duramente quella norma, inserita in maniera surrettizia nel decreto Genova. Quella norma, in relazione alla ricostruzione post sisma, avvenuta per il terremoto di Ischia dell'anno precedente, prevedeva di applicare a migliaia di pratiche di sanatoria non concluse, le norme del primo condono edilizio, quello del 1985, quello a maglie più larghe, norme che agivano proprio su uno dei contesti più fragili del nostro Paese, segnato dalla piaga dell'abusivismo edilizio, irrisolta da decenni. L'effetto fu quello di applicare proprio a Ischia il condono più permissivo di sempre e, di fatto, il blocco totale di tutti gli abbattimenti, anche dove sussisteva un alto rischio idrogeologico. Quella scelta fu contrastata da alcuni, fu sostenuta da altri, come anche da Fratelli d'Italia che sebbene all'opposizione votò a favore di quel provvedimento.
Fu l'ultima pagina di una storia buia nel nostro Paese, che vide altri condoni: tutti portano la firma di una precisa parte politica, quella che oggi ha la responsabilità di Governo; non voglio enunciare e ricordare i condoni del 1985, quelli dei Governi Berlusconi. Questi sono i fatti.

Oggi c'è bisogno di essere chiari su questo punto. Occorre dire che per contrastare le pratiche di abusivismo edilizio serve la capacità di dare tutti gli strumenti ai Sindaci e ai Prefetti per operare ed effettuare effettivamente gli abbattimenti. Fu il Governo del Partito Democratico, con il Ministro Orlando, a istituire il fondo destinato agli abbattimenti.

Nell'intervento alla Camera il Ministro Musumeci è stato molto vago nel parlare di questi argomenti. Credo lo abbia fatto perché, forse, ha avuto qualche remora a riportare nell'Aula di Montecitorio le parole che gli abbiamo sentito pronunciare i giorni scorsi, quando ha parlato di 'abusivismo leggero', di 'abusivismo di necessità', come se esistesse un abusivismo che fa meno danni al territorio e alla vita e alle persone.

Esistono già norme che consentono di sanare abusi minori; quella che non può essere accettata è un'ambiguità che, ancora oggi, noi abbiamo sentito da questo Govenro. E il fatto ancora più grave è che il Ministro Musumeci è il Ministro della Protezione civile e non un semplice osservatore della Protezione civile. Questo Governo ha scelto di dare a lui questa delega, una delega da sempre assegnata alla figura istituzionale più alta, al Presidente del Consiglio.

Le parole del Ministro ci hanno lasciato molto insoddisfatti sia rispetto alle azioni che intende mettere in campo per fronteggiare e rafforzare il sistema della Protezione civile - registriamo infatti un certo pressapochismo in alcune dichiarazioni e interventi, perché la fatica con cui si è arrivati dopo giorni ad identificare e incaricare la figura del Commissario straordinario di Protezione civile denota, probabilmente, una non piena conoscenza delle norme che regolano il funzionamento della macchina di cui il Ministro dovrebbe essere responsabile - sia per il contenuto espresso, sul quale è stata fatta una certa confusione.
Il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, che non va rivisto ma approvato e attuato rapidamente, non è il Piano di rischio di questo Paese. Così come esistono altri enti e strumenti da tenere in considerazione, come le Autorità di Distretto e la prevenzione del rischio idrogeologico. E ancora, sosteniamo da subito una norma che consenta di sbloccare le procedure ancora troppo lunghe come quelle degli espropri, quelle degli interventi di valutazione ambientale anche per le opere di messa in sicurezza del territori, rendiamo queste le opere di preminente interesse nazionale. Inoltre, adottiamo finalmente una legge contro il consumo di suolo che possa fermare le pratiche che aumentano la fragilità del nostro Paese.

Su questi punti noi del PD saremo pronti a dare il nostro contributo e a lavorare insieme. Ma contrasteremo con tutta la fermezza e nettezza l’ambiguità che purtroppo  abbiamo ascoltato da questo governo e che tradisce di fatto il nostro territorio.


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