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Sereni: l'Italia ha bisogno dell'Europa e l'Europa ha bisogno dell'Italia

04 Novembre 2022

Intervista a Marina Sereni su "Radio Anch'io"

Buongiorno Sereni, benvenuta. Vorrei partire da un punto per chiarirlo agli ascoltatori: Giorgia Meloni si definisce confederalista, voi vi definite federalisti. Spiega a chi ci sta ascoltando qual è la differenza?

La differenza sta nel grado di sovranità, la Presidente del consiglio dice che viene prima la sovranità nazionale, e poi l’Europa deve fare il meno possibile; noi diciamo invece che alla sovranità nazionale bisogna accoppiare la sovranità europea e l’Europa deve fare il più possibile. Credo che questo primo viaggio della Presidente a Bruxelles le abbia dimostrato intanto che a Bruxelles non c’è un covo di tecnocrati ostile, e in secondo luogo che se vogliamo risolvere i problemi dell’Italia nell’interesse italiano sulla base del quale la Meloni ha fatto la campagna elettorale forse deve rinunciare ad alcuni slogan. Perché noi abbiamo bisogno dell’Europa, l’Italia ha bisogno dell’Europa e l’Europa ha bisogno dell’Italia, per ottenere dei risultati concreti bisogna avere alleanze, bisogna saper negoziare e saper fare compromessi.

 

Ma se noi ci alleiamo con i cosiddetti paesi dell’Est Europa, per altro Ungheria e Polonia hanno posizioni radicalmente diverse sulla guerra in Ucraina, che succede a vostro avviso?

Se ci alleiamo con loro succede che l’Europa tornerà indietro, anziché avere una soluzione comune per esempio sull’immigrazione o sull’energia, tali soluzioni si allontaneranno perché notoriamente i paesi dell’Est europeo non sono molto europeisti, hanno aderito all’Unione Europea ma il loro cuore non è particolarmente federalista. L’Europa delle nazioni, che è stata alla base della narrativa della Presidente Meloni durante la campagna elettorale è contraria agli interessi degli italiani e credo che questo strada facendo si dimostrerà; penso che il segnale mandato ieri dalle istituzioni europee è molto chiaro: l’Italia è importante, dovremo muoverci in continuità con il governo Draghi su dossier importanti come l’energia e l’immigrazione.

 

Ecco, ma sull’Immigrazione ci dia qualche numero, la Germania per esempio accoglie più o meno persone di noi?

Molte di più, circa 176 mila rifugiati lo scorso anno. In ogni caso il punto di queste ore è un altro: per discutere in Europa bisogna rispettare le regole, che ci dicono che gli uomini, le donne, i bambini e le bambine in mare vanno salvati. Dobbiamo continuare a fare una battaglia europea affinchè ci sia una solidarietà vera, e abbiamo ottenuto un importante risultato con la ministra Lamorgese: è vero che la redistribuzione è su base volontaria, ma è anche vero che l’accordo fatto dice che chi non accetta la redistribuzione paga, cioè mette dei soldi, ed è comunque un passo avanti anche se non è il massimo e non è quello che volevamo.

 

Le faccio un’ultima domanda, lei domani andrà a manifestare?

Sì, andrò convintamente perché la piattaforma delle associazioni e dei movimenti che hanno promosso la manifestazione è molto chiara e non c’è confusione tra aggredito e aggressore, ed è chiarissima la condanna dell’aggressore.

 

Quindi la presenza di Letta alla marcia non è “schizofrenia”?

No, proprio perché la piattaforma è chiara noi pensiamo che la pace sia un obiettivo da raggiungere e dobbiamo aiutare tutti i tentativi di ridare la parola alla diplomazia, ma la pace per essere giusta deve essere una pace accettabile per tutti i protagonisti a partire dall’aggredito. Aiutare l’Ucraina è un modo per avvicinare la pace perché cercheremo di spingere su Putin affinchè si fermi, smetta di bombardare obiettivi civili e di uccidere le persone.

Grazie.

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