Io vorrei un partito coraggioso, radicato e capace di creare entusiasmo;
un partito che parlasse dell’essenziale e che si facesse capire, che difendesse i diritti civili ma non dimenticasse quelli sociali, che si facesse carico delle emergenze e delle preoccupazioni delle famiglie e del futuro dei giovani e dell'ambiente;
un partito che avesse una visione d'insieme e che non cedesse agli egoismi territoriali;
un partito che si battesse per un sistema sanitario pubblico universale e che desse valore e dignità al sistema scolastico pubblico e ai suoi operatori;
un partito credibile che facesse diventare una sua battaglia la modifica di una legge elettorale che ha tolto ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti e persino la voglia di andare a votare.
Insomma, un partito comunità, riformista e garante delle tutele e delle aspettative delle fasce più deboli.
Un partito che sapesse davvero selezionare la classe dirigente, aprendo le porte ai migliori, ai più motivati, alle tensioni ideali delle nuove generazioni.
E, per fare questo, forse un semplice congresso non basta. Ci vogliono il coraggio e la lungimiranza di una rifondazione.