"L'America Latina è una regione molto complessa e diversificata al suo interno a cui ci legano vincoli profondissimi. In questa fase noi abbiamo delle opportunità straordinariamente importanti, ed è bene che come Italia e come Europa noi vediamo queste opportunità. Siamo all'indomani della prima storica vittoria in Colombia di Gustavo Petro, siamo a pochi mesi dall'insediamento del presidente cileno Gabriel Boric e alla vigilia di un appuntamento importante che potrebbe riportare Lula alla presidenza del Brasile". Lo ha detto la viceministra degli Esteri Marina Sereni nel suo intervento ad un evento dal titolo 'Lezioni dalla fine del mondo - Prospettive progressiste tra Italia, Europa e America Latina', organizzato dal Pd.
"Quindi è un momento di straordinario interesse in generale e anche di straordinario interesse per i progressisti, perché dopo diversi anni in cui la maggior parte dei governi della regione avevano" governi "di centrodestra, noi ci possiamo trovare esattamente nella situazione opposta", ha aggiunto Sereni, ricordando il Messico di Lopez Obrador, l'Argentina di Fernandez ed il Cile di Boric. Qualora Lula vincesse le presidenziali "noi potremmo avere un'America Latina sotto il segno progressista - ha precisato la viceministra degli esteri -. e questo avviene in un momento di crisi internazionale segnato dall'aggressione russa in Ucraina". Secondo Sereni "l'America Latina va ancorata all'Occidente" ed in questa prospettiva "per l'Italia e per l'Europa è una grande sfida rilanciare i rapporti ed un partenariato strategico". Si tratta di un continente "non povero, ma fortemente diseguale, quindi uno dei temi che noi europei, noi progressisti dobbiamo affrontare insieme ai latinoamericani è la lotta alle diseguaglianze, che significa una capacità di ripensare i nostri modelli di sviluppo" sostenibile.
La viceministra ha poi evocato il tema della democrazia: "di fronte al fatto che aumentano i governi progressisti, il tema della democrazia e dei diritti umani deve essere una delle nostre priorità. Si tratta di baluardi della politica dei progressisti e bisogna che noi li consideriamo tali anche di fronte a dei governi della regione che si autodefiniscono di sinistra", come il Venezuela, Cuba e il Nicaragua.