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La comunita' internazionale deve intervenire in Myanmar - Intervento di Piero Fassino su La Repubblica

02 Febbraio 2022

"A un anno esatto dal golpe, il Myanmar continua a essere sotto il tallone di una dittatura feroce: 1600 le persone uccise da polizia ed esercito, migliaia gli arrestati, violenta la repressione, inascoltati gli appelli internazionali alla apertura di un dialogo nazionale. Ed è di questi giorni la notizia di un ulteriore processo ad Aung San Suu Kyi per presunti brogli alle elezioni dell'autunno 2020, che nessun osservatore ha mai rilevato, né denunciato. Dalla presa del potere dei militari oltre 400mi1a persone hanno abbandonato le proprie case, oltre 30mila hanno chiesto asilo in un Paese confinante, aggiungendosi all'altissimo numero di rifugiati Rohingya. Nonostante in tutto il Paese proseguono azioni di resistenza civile in una lotta impari, ma che testimonia una incrollabile fede negli ideali di libertà e democrazia. Uno scenario drammatico a cui si aggiungono gli effetti devastanti del Covid19". Lo si legge in una lettera del presidente della Commissione Esteri della Camera Piero Fassino a Repubblica. "E' urgente dunque una ripresa di iniziativa della comunità internazionale che, assorbita dalla lotta alla pandemia e da altre crisi, sembra essersi dimenticata di quel che accade nel sudest asiatico - prosegue -. Alle sanzioni economiche e commerciali comminate dall'Occidente non è corrisposta analoga scelta da parte dei Paesi asiatici che, tutti, considerano le sanzioni una violazione della sovranità nazionale. E là dove l'economia birmana cede sotto i colpi della recessione, pronta è la Cina ad intervenire accrescendo la propria presenza. E ai cinque punti per il ristabilimento della democrazia elaborati dall'Asean i militari birmani hanno risposto con una assoluta e arrogante indisponibilità. Eppure il Myanmar - il solo Paese del sudest asiatico che condivide i confini con Cina e India - è parte essenziale di quello scacchiere indopacifico investito da molte criticità: la tensione tra Pechino e Taiwan, le turbolenze che percorrono l'Asia centrale, il ritorno al potere dei talebani in Afghanistan, le tensioni tra India e Pakistan, l'espansionismo asiatico di Pechino. Da come evolveranno paesi come il Myanmar si potrà scorgere quale futuro per la democrazia e i diritti umani oggi insidiati da dittature e autocrazie in tante aree del mondo. Sono forti e fondate le ragioni che chiedono di non rassegnarsi a un Myanmar orfano della sua libertà". 

Fassino: Urgente riprendere il processo di stabilizzazione della Libia»

Fassino: Una strada per convivere con la Russia - articolo pubblicato da Il Tirreno»  


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