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Giustizia: Mirabelli, bene Cartabia, pensare subito a proroga misure alternative a carcere - intervento in Senato

19 Gennaio 2022


Franco Mirabelli: il Presidente della Repubblica deve essere eletto con una maggioranza ampia


Commissione Parlamentare Antimafia - Audizione sull'usura - Mirabelli


"Abbiamo condiviso la relazione della ministra Cartabia, che dimostra il lavoro importante fatto dal ministero e dal Parlamento, che hanno messo in campo riforme necessarie. Molto resta da fare, ma le scelte compiute Sull'organizzazione della giustizia e sulle riforme dei processi civile e penale sono fondamentali perché non si limitano a dare velocità ai processi, ma incidono sulla qualità dei procedimenti e del diritto. L'esperienza di quest'anno dimostra che se si sta al merito e si esce dalle contrapposizioni ideologiche le riforme si possono fare, non contro qualcuno ma nell'interesse dei cittadini e del Paese". Lo ha detto in Aula il senatore Franco Mirabelli, capogruppo del Pd nella Commissione Giustizia e vicepresidente dei senatori dem.
"Con le riforme varate- ha proseguito Mirabelli - si comincia a invertire una tendenza e si esce dalla logica di buttare le chiavi, provando a tornare alla Costituzione. Al di là e oltre la giusta depenalizzazione dei reati bagattellari, è importante che nella pratica si stabilisca il principio che il carcere non è l'unica scelta, ma esistono le pene alternative, la messa alla prova, le pene risarcitorie. E' giusto per recuperare la funzione riabilitativa della pena. Per proseguire su questa strada servono però ulteriori investimenti, assunzioni, riconoscimento delle professionalità. Estendere l'utilizzo delle pene alternative è anche la via maestra per superare l'emergenza della sovrappopolazione carceraria e credo che sia utile pensare fina da subito a una proroga oltre il 31 marzo delle misure messe in campo misure per ridurre i disagi nelle carceri. Sulla giustizia riparativa bisogna passare presto dalla teoria alla pratica. Le recenti sentenze della Corte Costituzionale e delle corti europee pongono il Parlamento di fronte alla necessità di riformare il 4 bis e ergastolo ostativo. Non si tratta e non si può pensare di indebolire gli strumenti della lotta alla mafia, ma di agire in uno spazio stretto: lo Stato deve poter riconoscere se davvero dopo 30 anni di carcere una persona è davvero cambiata".

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