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Direzione Nazionale PD - video completo e intervento del Sen. Mirabelli

15 Gennaio 2022


Video della Direzione

Ringrazio il Segretario per questa riunione e per la relazione che condivido completamente.
Grazie anche per aver rappresentato così bene, in questi giorni, il cordoglio e l’affetto della nostra comunità per la scomparsa di David Sassoli.
Penso che siamo di fronte ad uno snodo politico molto importante; traspariva da tutta la relazione e anche da tutta la discussione. È uno snodo politico in cui abbiamo la responsabilità di sapere che la politica in questa fase può uscire più rafforzata o più indebolita e le istituzioni possono uscire più rafforzate o più indebolite.
Credo che siamo di fronte ad uno snodo politico in cui la distanza che spesso lamentiamo tra cittadini e politica può trovare in una gestione sbagliata, irresponsabile e divisiva un supporto ulteriore oppure vedere un momento positivo di rilancio della politica e delle istituzioni.
Io condivido ovviamente il profilo che, oggi nella relazione del Segretario ma anche in questi giorni, abbiamo più volte sostenuto che debba avere un candidato alla Presidenza della Repubblica e il metodo che proviamo a mettere in campo.
È evidente che vogliamo una candidatura che unisca perché, comunque, il Presidente della Repubblica deve essere un uomo o una donna che unisca il Paese. Questa è la principale ragione per cui credo che dovremo dire con grande chiarezza no a Berlusconi, come abbiamo fatto; proprio perché è una figura che divide.
Condivido anche tutte le altre cose che sono state dette a supporto della nostra posizione.
Penso che sia vero che la candidatura di Berlusconi sia un segno di difficoltà del centrodestra.
Probabilmente, per Salvini e Meloni quella candidatura è anche un problema serio.
Vorrei, però, mettere l’accento su due cose che forse dobbiamo dire con più forza.
Innanzitutto, il metodo che stanno mettendo in campo, questa idea della caccia al voto e della campagna elettorale per Presidente della Repubblica fatta in questo modo è una cosa che non ha precedenti e rischia di avere un effetto negativo sulla stessa idea che il Presidente della Repubblica deve avere in sé quando i cittadini guardano a lui come ad una figura di garanzia, scelto in un ambito e con modalità diverse dalla tradizionale competizione elettorale.
Secondariamente, penso che dobbiamo dire chiaramente che, se non si riparte cercando la condivisione, il rischio è quello di compromettere lo sforzo che abbiamo messo in campo in quest’anno di costruzione dell’alleanza di Governo ampia per sostenere un Governo di emergenza, che ha fatto bene.
Credo - e forse dobbiamo dirlo con maggior forza - che se il centrodestra mantiene questa posizione e va avanti con divisioni così radicali che si propongono con la scelta di Berlusconi, che sia impensabile che non possano riflettersi sulla tenuta del Governo.
La riflessione che voglio fare è legata proprio alla fase in cui si colloca questa discussione.
Lo abbiamo detto in diversi e il Segretario Letta con l’idea del patto di Legislatura credo che intenda proprio questo: non siamo usciti dall’emergenza, le ragioni che hanno portato a costruire questo Governo e questa maggioranza sono ancora tutte in campo, non si sono esaurite, a partire dalla pandemia.
Pensiamo a cosa sarebbe successo con un Governo diverso se non avessimo fatto le scelte che sono state fatte sulla pandemia, anche in questi giorni in cui si sono cominciate a evidenziare differenze significative.
Se non ci fosse stato un patto di Governo, un’alleanza e un’autorevole guida del Governo che cosa sarebbe successo?
Abbiamo di fronte il PNRR, abbiamo di fronte la prospettiva di difficoltà serie, sottolineate da Andrea Orlando, rispetto alla tenuta sociale del Paese.
Penso, quindi, che questa fase non ci consenta di pensare ad un cambio di maggioranza. Non ci consente neanche di pensare ad un cambio di Governo o di forma del Governo.
Penso che sia molto difficile pensare che un Governo possa mantenere la stessa funzionalità senza la guida autorevole che ha avuto in questi mesi.
Qui non si tratta di escludere nessuno da nessuna parte, però, si tratta anche di evitare di scegliere scorciatoie.
È evidente che la figura di Draghi è una figura fondamentale per la tenuta e la funzionalità di questo Governo ed è evidente che non sappiamo cosa accadrebbe (e possiamo permetterci di non saperlo?) nel momento in cui si facesse a meno di questa guida, anche in una fase come questa in cui in Europa si apre una vicenda in cui, come ha detto Piero Fassino, Draghi può avere un grande ruolo, sia da Presidente del Consiglio sia anche da figura di riferimento per moltissimi europei e per moltissimi Governi europei.
Questa è una riflessione che credo che dobbiamo fare.
Non si tratta di escludere nessuno ma io penso che mettere mano a questo Governo, anche viste le difficoltà del centrodestra e la competizione che, comunque, si aprirebbe nel centrodestra sia molto pericoloso e renda difficile fare un patto di Legislatura, come quello proposto da Letta, che consenta, come abbiamo fatto fino adesso, di reggere di fronte a problemi molto complicati anche portando a casa risultati positivi, come quelli ottenuti con la finanziaria sulla riforma del welfare e degli ammortizzatori sociali e altro che, senza un Governo come questo, difficilmente avremmo portato a casa.



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