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Toia: Parte il cloud europeo GAIA-X

01 Dicembre 2021

Ue: Toia, pluralismo non significa negare identità cristiana

Toia: dalla Germania una spinta verso un'Europa federale

Toia: Più uniti, più forti. Italia e Francia insieme conteranno di più e faranno contare di più l'Europa nel mondo

Patrizia Toia - aggiornamento settimanale

La mancanza di un cloud europeo è stata un elemento di debolezza per il nostro sviluppo digitale: ecco perché è nata GAIA-X, e anche l’Italia ne fa finalmente parte.

Da idea franco-tedesca, questo progetto di un ecosistema federato, dove dati e servizi possono essere resi disponibili, raccolti e condivisi in un ambiente di fiducia sta diventando sempre di più una realtà europea che raccoglie circa 300 organizzazioni e impese, più del 40% delle quali sono piccole e medie imprese.

Collegando diverse infrastrutture di dati già esistenti, GAIA-X mette assieme soggetti di diversi settori: informatica, tecnologia, mobilità, energia, finanza, manifattura e altri, con l’obiettivo di autoregolamentare gli attori economici che raccolgono e gestiscono i nostri dati.

Come intende farlo? Attraverso la definizione di standard e meccanismi comuni per la raccolta, gestione, scambio, interoperabilità e protezione dei dati che le aziende si impegneranno a rispettare senza doverne sviluppare ogni volta di nuovi e per ogni cliente.

Il progetto ha l’ambizione di affermarsi a livello mondiale come esempio di gestione aperta e decentrata in grado di attirare anche i grandi player extra europei, che già stanno dimostrando grande interesse.

Alcuni aspetti certo restano da chiarire, tra cui il ruolo dei soggetti extra Ue e la loro capacità di attenersi alle regole comuni di trasparenza e sicurezza; il tipo di governance e il rapporto con il settore pubblico; il rispetto di standard etici minimi; la fattibilità di alcuni target di breve-medio termine.

Continueremo dunque il confronto sul tema e seguiremo molto scrupolosamente gli sviluppi di questo progetto, che interesserà particolarmente le attività della Commissione Industria e Ricerca del Parlamento europeo nella seconda metà della legislatura.


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