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Calabria: sanità allo sbando. Cancellare il debito e superare commissariamento - di Nicola Corea*

14 Ottobre 2021


Il settore in cui emerge più gravemente la disparità tra le Regioni del Sud e quelle del Nord, è la qualità dei diversi sistemi sanitari. Le storiche differenze negli indicatori di qualità dell'assistenza sanitaria, hanno inevitabilmente, accresciuto le diseguaglianze nell'accesso alle cure. Sta proprio in questo, la conseguenza più evidente del fallimento del regionalismo italiano.

Dunque non è più rinviabile una seria assunzione di responsabilità da parte del Governo e dell'intero Sistema Sanitario Nazionale, atteso il divario della spesa sanitaria pro-capite tra le diverse regioni del Paese, quale diretta conseguenza di una iniqua distribuzione delle risorse a favore delle regioni del Nord. Infatti, come emerge dal rapporto Svimez 2019, al Sud la spesa sanitaria è inferiore del 25% rispetto al Centro-Nord e questo risultato non è imputabile soltanto al minor gradimento dei servizi sanitari del Sud, ma anche alla meno consistente dotazione di posti letto nelle strutture ospedaliere.

Quanto emerge dal rapporto Svimez 2019 per la Regione Calabria, si può tradurre nella necessità, ormai indifferibile, di aumentare i posti letto e assumere personale sanitario, per evitare che la Calabria sia una perenne "zona rossa". In una situazione di straordinaria difficoltà, come quella creata dalla più grave pandemia che ha colpito l'umanità in questo secolo, i cittadini calabresi sono coloro che, tra gli italiani, corrono il pericolo maggiore per la difficoltà di accesso alle cure necessarie, a causa della fragilità e delle debolezze del sistema sanitario calabrese. Serve, quindi, con urgenza la cancellazione del debito sanitario calabrese, consentendo alla Regione l'assunzione di personale medico e paramedico, l'acquisto degli strumenti necessari per fronteggiare gli effetti del Covid-19 e la creazione dei necessari posti letto, attraverso la riapertura dei presidi ospedalieri.

Diversamente, sarebbe profondamente iniquo per i calabresi continuare a subire questa disparità di trattamento nell'accesso alle cure.

E' doveroso ribadire che il deficitario sistema sanitario calabrese è gestito da commissari, oramai da ben tredici anni, senza tangibili benefici. Pertanto, la cancellazione del debito sanitario calabrese, sarebbe un passo importante per sanare l'atavica frattura esistente tra la sanità del Nord e quella del Sud, da sempre svantaggiata, che si ripercuote ingiustamente sulle classi sociali più deboli, oltre che impattare negativamente sull'economia regionale, e che è stata in larga misura determinata da una diseguale politica sanitaria nazionale. E poiché è proprio nei momenti storici più difficili, come quelli determinati dalla presenza di guerre o epidemie, che uno Stato è chiamato a garantire in egual misura tutti i suoi cittadini, è evidente che la permanenza di gravi diseguaglianze nei sistemi sanitari regionali, viola il diritto alla salute dei cittadini calabresi.

Sostenere con forza la richiesta di cancellare il debito sanitario della Regione Calabria, rappresenta un doveroso atto di giustizia sociale e di eguaglianza tra i cittadini italiani.

 

* Avvocato – Foro di Catanzaro


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