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La destra italiana e la sua ingombrante eredità fascista - di Nicola Corea

07 Ottobre 2021

L’inchiesta di Fanpage sulla lobby nera della destra milanese e sui suoi legami con Fratelli d’Italia, rivela il rapporto irrisolto tra la destra istituzionale italiana e il suo ingombrante passato. Giorgia Meloni non è in grado di archiviare definitivamente ogni deriva neofascista dal suo partito e cerca di sorvolare. Fratelli d'Italia non vuole tagliare il legame con la sua cultura di origine. Si offendono se vengono chiamati fascisti, però, poi tollerano i saluti romani.

Non è solo la nota presenza di fascisti nostalgici in Fratelli d’Italia, ma anche il fatto preoccupante che questi fascisti esprimano dirigenti di primo piano, consiglieri, parlamentari e addirittura eurodeputati.

Il fascismo, in qualche modo, circola tuttora nelle arterie di questo partito, e questo non è un affare di leggi violate e neppure solo di modalità nauseabonde di fare politica. Il tema politico vero è la povertà intellettuale e morale di questi personaggi che non sono mele marce o ottantenni nostalgici, ma l’archetipo di un certo modo di essere di destra, persino al giorno d’oggi. Da qui il vero dramma politico di Giorgia Meloni, sospesa sul filo tra nostalgia e futuro.

Hanno dato vita ad un partito, Fratelli d’Italia, con un balzo all’indietro, saltando la svolta di Gianfranco Fini e ritrovandosi in un panorama almirantiano in versione molto più mediocre, senza una classe dirigente che sapesse elevarsi al di sopra della mediocrità di un Fidanza e della sua corte dei miracoli con un pensiero a Hitler.

Tuttavia, malgrado i consensi, la sfida richiede ben altro di un passato che non passa. Oltre alla maggioranza parlamentare, infatti, è necessario avere una rete nella società civile e Giorgia Meloni non lo ha ancora capito.

La nostalgia per la visione fascista del mondo e della società non scompare tanto facilmente. Lo dimostra Giorgia Meloni, che nell’ultimo congresso di FdI, nel 2017, indicava nientemeno che nell’illuminismo l’origine di tutti i mali: in particolare la responsabilità di aver combattuto la tradizione e l’autorità in nome della ragione. Se poi si scende dai riferimenti teorici alla politica quotidiana, FdI mostra una contiguità ideale ed “emozionale” con il fascismo storico e il neofascismo postbellico che spaventa e preoccupa.

In Italia abbiamo gli strumenti legislativi per contrastare questo pericoloso fenomeno: la XII disposizione finale della Costituzione, e le leggi Scelba e Mancino. È giunto il momento, di applicare rigorosamente e integralmente questi disposti costituzionali e legislativi, perché è evidente che siamo davanti a una rete neofascista e razzista, in parte sconosciuta, in parte nota e fortemente legata a persone delle istituzioni democratiche.

 

 

* Avvocato – Foro di Catanzaro


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