Oltre 140 ex Capi di Stato e premi Nobel hanno firmato un appello per sollecitare i candidati alla cancelleria tedesca perché prendano l'impegno di liberalizzare i vaccini contro il Covid-19. Lo riferisce “Spiegel” che ha preso visione della lettera firmata tra gli altri dall'ex presidente francese Francois Hollande, dall'ex premier spagnolo Jose' Luis Zapatero, dall'inglese Gordon Brown e dalla premio Nobel austriaca Elfriede Jelinek.
Qualche mese fa, analoga proposta era arrivata dagli Stati Uniti per sospendere i brevetti sui vaccini contro il coronavirus ed accelerarne la produzione, raccogliendo numerose reazioni, sia da parte dei governi di altri paesi sia da parte delle aziende farmaceutiche. I tempi, tuttavia, potrebbero essere lunghi e soprattutto non c’è per ora un consenso sull’opportunità di rimuovere i vincoli sulla proprietà intellettuale dei vaccini.
Chi è a favore della sospensione dei brevetti sostiene che in questo modo altre aziende farmaceutiche, diverse da quelle che hanno sviluppato i vaccini contro il coronavirus, potrebbero avviare a loro volta la produzione consentendo di avere molte più dosi a disposizione e a prezzi più contenuti. I contrari sostengono che la sospensione non risolverebbe il problema della scarsità delle dosi, dovuta soprattutto alla mancanza di materie prime e degli adeguati impianti industriali nei quali produrre in sicurezza i vaccini. I governi e le organizzazioni internazionali si confrontano ormai da mesi sul tema, senza trovare una mediazione.
Nella prima fase della campagna vaccinale contro il Covid-19, il 75% dei vaccini è stato somministrato in soli 10 paesi del mondo, mentre molti paesi non hanno ricevuto una sola dose. Per questo da più parti si suggerisce la sospensione dei brevetti e degli altri diritti di proprietà intellettuale sui vaccini. In questo modo, molte nazioni del mondo, con competenze e tecnologia per produrre localmente vaccini contro il Covid-19, potrebbero aumentare la produzione e rendere così più rapida la somministrazione.
Garantire l'accesso ai vaccini in tutto il mondo non è solo una questione di equità, ma anche di salute pubblica globale. Dopo oltre tre milioni di morti, si continua ad ignorare che la sospensione dei monopoli possa contribuire a un più ampio accesso a cure, vaccini e test diagnostici. Superare temporaneamente i brevetti lascerebbe ai governi di tutti i paesi, compresa l’Italia, la possibilità di un più ampio accesso alle cure.
Anche l’Italia potrebbe trarre beneficio dalla sospensione dei brevetti, perchè potrebbe produrre vaccini contro il Covid-19 autorizzati dalle agenzie regolatorie anche nella prospettiva di ulteriori cicli di vaccinazione negli anni a venire. Senza considerare la possibilità di esportazione verso paesi senza alcuna capacità produttiva.
Con la diffusione di nuove e più contagiose varianti, l’accesso universale a vaccini e tecnologie è l’unica soluzione possibile per fermare la pandemia. Per questo è fondamentale più che mai garantire la distribuzione tempestiva di strumenti medici in quantità sufficienti, specialmente per gli operatori sanitari in prima linea. Se non aumenterà il numero di produttori globali, i paesi a basso e medio reddito rimarranno in una posizione svantaggiata, con gravi conseguenze sulla risposta globale alla pandemia.
La maggior parte dei paesi a medio e basso reddito sono rimasti sostanzialmente esclusi dalla campagna vaccinale.
* Avvocato – Foro di Catanzaro