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Afghanistan, Sereni: Al lavoro per aiutare chi ha creduto a paese più moderno

13 Settembre 2021




Sereni: condizioni per operare "aiuti italiani legati ai diritti" - articolo di Avvenire

11/9: Sereni, riflettere su difesa libertà e democrazia


"Il ponte aereo ha consentito di portare in Italia cinquemila persone e sono molte, ma molte altre che avremmo voluto portare nel nostro Paese non sono riuscite a partire". Lo ha detto a Radio 24r la Vice Ministra degli Esteri Marina Sereni, che ha aggiunto: "Stiamo quindi cercando di trovare tecnicamente la strada, senza nostri militari e diplomatici lì, per ‘estrarre’ persone in sicurezza dall’Afghanistan. Per questo ci siamo associati a tutte le iniziative internazionali, dalle Nazioni Unite al G7, per chiedere alle autorità de facto di consentire agli afghani che lo vogliono di consentire l’uscita in sicurezza dal Paese. Questa è una delle condizioni che l’Unione europea ha posto ai talebani per interloquire, che non significa il loro riconoscimento, ma di collaborare su un punto delicato quanto complicato".

"Bisogna occuparci della parte umanitaria, - ha proseguito Sereni - aiutando il popolo afghano, che ha bisogno di tutto. Per questo abbiamo stanziato risorse per garantire attraverso le agenzie Onu cibo, farmaci e vestiario alla vigilia di un inverno che, come sempre, sarà duro. E dobbiamo occuparci di quella parte della società afghana che più di altre ha creduto in un Paese più aperto e moderno e che vuole continuare a resistere, forse lì ma più probabilmente in altri contesti. È una situazione in movimento, le condizioni poste dalla comunità internazionale non necessariamente saranno accettate dalle autorità talebane, ma sappiamo anche che queste hanno bisogno dell’assistenza dall’esterno. La nostra capacità di premere su di loro dipenderà quindi molto da quanto aiuteremo l’Afghanistan nei prossimi mesi”.

Sugli studenti afghani delle università italiane, Sereni ha detto che “alcuni sono già in Pakistan. Abbiamo dato istruzione alle ambasciate nei paesi limitrofi, in particolare in Pakistan e Iran, di facilitare la concessione dei visti per persone che abbiano consolidati legami con l’Italia, qualora si presentassero da loro. Per quelli ancora a Kabul stiamo lavorando, negoziando anche con altri Paesi, primo tra tutti il Qatar, con cui abbiamo una buona relazione e che sappiamo avere una certa influenza sul nuovo regime". "Non arrivano però segnali incoraggianti e rassicuranti, sia per quanto riguarda le nomine nel governo ad interim sia per quanto riguarda le prime scelte. Non avevamo grandi aspettative e non si profila una nuova generazione di talebani, ma lavoreremo in ogni caso per ampliare gli spazi per le donne, per i giovani, cercando in tutti i modi di esercitare la nostra pressione, ma certamente non sarà facile. Dobbiamo però evitare che si torni indietro di vent’anni”, conclude la Vice Ministra degli Esteri. 


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