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Afghanistan, Fassino: Torna nodo del terrorismo e del suo contrasto

10 Settembre 2021



“Il modo con cui è stata gestita la conclusione della missione in Afghanistan è stato molto negativo con conseguenze gravi in primo luogo per il popolo afghano, riprecipitato nel buio della oppressione e dell'oscurantismo. E ci riconsegna anche il nodo del terrorismo che torna a colpire, come ci ha mostrato l'attentato di Kabul. Ora dire che 'non lasceremo solo l’Afghanistan' rischia di essere un'affermazione retorica se non si ha una strategia adeguata, in primo luogo per la tutela dei diritti civili e umanii fondamentali. In un mondo globale qualsiasi conflitto ci investe e ci riguarda da vicino, e quello che è accaduto in Afghanistan riguarda anche noi”. Lo ha detto oggi a Trieste il presidente della Commissione Affari Esteri della Camera Piero 
Fassino.
“Esportare l'Occidente è un errore - ha spiegato l’esponente dem - perché il mondo è plurale e le diverse identità vanno riconosciute, ma il riconoscimento delle pluralità identitarie non può giustificare la negazione di diritti che appartengono a ogni donna e ogni uomo quale che sia il colore della sua pelle, il suo sesso, la sua lingua, il dio che prega. Quei diritti che la giurisprudenza definisce ‘indisponibili’ perché ne può disporre solo chi ne è titolare. Questo è un punto che rimane aperto, perché non possiamo rinunciare a batterci per il rispetto e il riconoscimento di diritti fondamentali”. Riguardo alle relazioni tra Europa e Stati Uniti, Fassino ha sottolineato che “in Afghanistan siamo andati insieme e ce ne siamo andati sulla base di una decisione unilaterale americana, per di più negoziando soltanto con i talebani e delegittimando il governo che avevamo finora sostenuto. Il rapporto USA-UE è insostituibile, ma alla condivisione di responsabilità, deve corrispondere condivisione delle decisioni. Se l'Ue vuole una politica di difesa deve avere una politica estera, che oggi è spesso ostacolata dagli stati nazionali che privilegiano politiche proprie rispetto a politiche comuni. La debolezza dell'Europa - ha precisato - è la gelosia delle nazioni. Ed è tempo di superarla perche nel mondo globale di oggi l'Europa puo contare solo se parla con una sola voce e agisce con una sola mano”. 


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