“Trovo agghiaccianti le parole di Salvini di queste ore, trovo spaventosa l’idea di società e di umanità che descrivono. Un uomo ha sparato e ucciso un altro uomo. È una tragedia, prima dei giudizi dovrebbe prevalere il cordoglio per la vittima, il dolore di fronte a una tragedia. Invece no! Nel mondo leghista viene prima il bisogno di difendere uno che è dei loro, di giustificarlo a prescindere, di presentarlo come una vittima o come un eroe. Sparisce la cosa più importante: che è morta una persona, invece ci si affanna a raccontarla come un pregiudicato, mentalmente instabile, uno straniero, come se quella vita valesse meno. Ma che idea di Paese e di convivenza ha chi implicitamente spiega che se un laureato, legittimamente armato, spara ad un barbone di origine marocchina che disturba, deve avere per forza ragione? Laurea, censo e appartenenza politica lo mettono in una condizione di superiorità morale che lo giustifica. Sono sicuro che chi ha ucciso oggi sta soffrendo, ha meno certezze di Salvini e forse si è pentito di girare armato e di aver impugnato quella pistola. Ma il leader leghista sceglie di giustificare, spiegare anziché riflettere su cosa c’è di sbagliato nell’idea della sicurezza fai da te che tanto gli piace ma che provoca tragedie e disegna una società in cui c’è più paura, meno sicurezza e la vita vale di più o di meno a seconda della storia delle persone”. Lo scrive su Facebook il senatore lombardo Franco Mirabelli, Vicepresidente del Gruppo PD al Senato.
Intervento di Franco Mirabelli in Tv a 7Gold:
La ricostruzione di quanto avvenuto a Voghera la farà la magistratura e le responsabilità le accerterà la magistratura.
Credo, però, che occorra partire da alcuni punti: innanzitutto è morta una persona, che era una persona, non “un marocchino”, che aveva dei problemi e ha commesso degli errori ma era comunque una persona.
Inoltre, c’è un’altra persona che credo che stia vivendo un momento di grandissima difficoltà perché penso che uccidere qualcuno non sia una cosa che non rovina l’esistenza.
Si deve partire da qui. Se si fa diventare questa vicenda una sorta di fiction si perde di vista la realtà delle cose.
La polemica politica c’è perché si sentono dichiarazioni agghiaccianti dagli esponenti della Lega, in cui c’è un’idea di società e di Paese per cui è legittimo che una persona giri con una pistola e, secondo la narrazione di Salvini, se è laureato, fa un lavoro importante e l’altro è un povero disgraziato con problemi, è legittimo sparargli o si capisce che possa anche essere partito un colpo.
Io rifiuto questa idea.
Sono le forze dell’ordine che si occupano della sicurezza dei cittadini.
Penso che non si debba andare in giro con la pistola con un colpo in canna, qualunque lavoro si faccia.
Abbiamo l’esempio degli Stati Uniti: più armi private ci sono in giro, più c’è insicurezza.
La politica e le istituzioni devono lavorare affinché i cittadini siano più e meglio tutelati dalle forze dell’ordine, perché ci sia più presenza sul territorio ma l’alternativa non è la giustizia fai da te.