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Balcani, Fassino: etnocentrismo tara drammatica per conflitti e drammi

12 Luglio 2021



"Quello che accadde nei Balcani ci deve indurre a pensare sempre
quanto l'etnocentrismo sia una tara drammatica che può produrre non solo
conflitti, ma tragedie, drammi, che i Balcani hanno conosciuto". Con queste
parole Piero Fassino, presidente della Commissione Affari esteri, Camera dei
deputati, ricorda la drammaticità del genocidio del 12 luglio 1995 a Srebrenica,
dove oltre 8,000 musulmani bosniaci, per la maggioranza ragazzi e uomini, furono uccisi durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina, per mano dell'Esercito della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina guidato dal generale Ratko Mladić. "Le milizie serbe di Mladić, massacravano 8,000 musulmani bosniaci; occupata la città per giorni e giorni si dedicarono a questa mattanza, segno terribile, di quello che sono state le guerre balcaniche - continua Piero Fassino ricordando non solo il dramma del massacro, ma anche l'impotenza della comunità internazionale che non seppe reagire prontamente - Simbolo terribile anche dell'ignavia internazionale, quel massacro fu possibile perché il ristretto numero di caschi blu, che fu messo a difesa della città non fu in grado di arginare l'occupazione da parte delle milizie serbe né di fermarne l'attività omicida". La conferenza stampa è stato anche l'occasione per ricordare Alexander Langer e presentare il libro "Quei ponti sulla Drina - Idee per un'Europa di pace", a cura di Sabina Langer (Infinito Edizioni, 2020), un'antologia di scritti di Alexander Langer tra il 1989 e il 1995 durante lo sgretolamento dell'ex Jugoslavia, fino al tremendo massacro di Srebrenica. "Alexander Langer si è dedicato molto al conflitto iugoslavo, visitando più volte la regione e, dopo l'eccidio di Tuzla, nel quale morirono 71 civili, e il massacro di Srebrenica, Langer scrisse articoli nei quali chiedeva l'intervento armato internazionale per fermare le aggressioni, per proteggere le vittime, per punire i colpevoli. Scrisse, 'la conquista etnica con le armi torna a essere legge in Europa', cogliendo la radice di quelle guerra, le guerre avevano come elemento fondamentale, proprio la pretesa di fondare sull'omogeneità etnica, negando l'esistenza e il diritto a vivere delle minoranze e di chi non appartenesse all'etnia maggioritaria".

Dopo l'accordo di Dayton la comunità internazionale si impegnò per 
dare ai Balcani una prospettiva di integrazione nelle istituzioni euro atlantiche, "fondando questa prospettiva su un'idea che corrispondeva al pensiero di Langer, ovvero che il futuro si costruisce con il vicino e non contro il vicino. L'integrazione europea è in una prospettiva dentro cui ogni popolo è sollecitato a costruire il proprio futuro con il vicino - Piero Fassino ritrova nel pensiero di Langer un modello di costruzione degli ideali euro atlantici, che non si basano sull'idea di etnocentrismo, ma multiculturalità - Alexander Langer scrisse l'articolo profetico 'l'Europa muore o rinasce a Sarajevo', per dire che se non si fermava quella tragedia e non si metteva fine dell'idea dell'etnicità e non si riconquistasse il valore del multietnicità, l'Europa sarebbe morta". Il processo di integrazione è iniziato nel 2004, con l'ingesso della Slovenia nell'Unione Europea, per poi continuare nel 2007 con l'ingresso di Bulgaria e Romania e nel 2013 anche con la Croazia. Tuttavia, ricorda Piero Fassino: "oggi questo processo conosce una dinamica così lenta da essere messo a rischio. Rischiamo che nei Balcani occidentali, in quelle terre che sono state insanguinate dalla guerra 25 anni fa, torni lo spettro della pulsione etnica, torni l'idea di fondare gli Stati sull'omogeneità etnica - continua riportando all'attenzione anche il caso del "non-paper" che ha travolto il Primo Ministro della Slovenia, Janez Jansa, un documento non ufficiale, e smentito dal Primo Ministro stesso, che è stato consegnato al Consiglio Europeo tra febbraio e marzo, presentando un piano di ridefinizione dei confini balcanici, - È stato pubblicato un "non-paper" anonimo, scritto e diffuso, che propone di  disarticolare l'assetto attuale dei Balcani per sostituirlo con 3 grandi nazioni fondati sul principio etnico: una grande Serbia, una grande Croazia e una grande Albania, facendo terra bruciata dell'assetto che è stato costruito sulla base del principio della multietnicità e multiculturalità". 

Fassino: Mai piu' Srebrenica: i Balcani in Europa - Intervento su Il Tirreno»

Fassino: Strage di Srebrenica, solo l’Europa può scacciare lo spettro di quell’orrore - intervista de Il Riformista»



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