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Zanda: Le modifiche del centrodestra alla Legge Zan sono una scusa per insabbiare tutto - Intervista de La Stampa

08 Luglio 2021

Il centrodestra vuole solo «insabbiare» il Ddl Zan, per questo il Pd ha chiesto di andare alla conta in aula al Senato già il 13 luglio. Luigi Zanda non ha dubbi, l’ex capogruppo Pd non crede alla mano tesa del centrodestra e chiede a tutti, piuttosto, di rinunciare al voto segreto.
Senatore, perché avete deciso di tirare dritto di fronte alle proposte di dialogo di Iv e del centrodestra?
«Perché il merito del provvedimento è stato ampiamente discusso alla Camera dei deputati, dove è stato approvato con una maggioranza importante alla cui formazione ha partecipato attivamente anche Iv. Poi la discussione è continuata anche in commissione al Senato, mortificata però da un ostruzionismo del centrodestra chiaramente diretto a rendere impossibile l’approvazione del provvedimento. Quando si presenta la richiesta di 170 audizioni… Il Pd ne ha chieste 7! L’intento ostruzionistico è molto chiaro. D’altra parte sono altrettanto chiare le intenzioni politiche di Salvini e della destra: la legge semplicemente non la vogliono. Chiedono di modificarla al Senato per poi farla insabbiare alla Camera. La scelta non è se modificare o no il Ddl Zan, ma se approvarlo o farlo morire alla Camera».
Ma i voti in Senato sono sul filo, con il voto segreto si rischia. Non era meglio cercare un accordo largo?

«Sui voti segreti voglio essere molto chiaro. Il Pd non chiederà voti segreti. Considererò ogni richiesta di voto segreto come una volontà di affossamento della legge, una legge di civiltà che il Parlamento deve saper votare a fronte alta, senza nascondersi dietro la segretezza del voto. Bisogna che il voto di ciascun senatore sia palese e conosciuto, anche per consentire all’opinione pubblica di giudicare il comportamento dei propri rappresentanti. Mi sarei aspettato che i gruppi parlamentari che chiedono le modifiche avessero annunciato che non appoggeranno e non chiederanno voti segreti».
La presidente Casellati, prima del voto sulla calendarizzazione di martedì, ha fatto presente che Lega e Fi chiedevano in fondo di rimandare solo di una settimana.

«Non commento le dichiarazioni della presidente del Senato. Se esprimeva una volontà di aiutare il Parlamento a trovare una soluzione sono parole che possono essere accettate. Se era una dichiarazione a favore di alcuni gruppi del Parlamento, no».
La Lega accusa il Pd di mettere in difficoltà la maggioranza e a rischio il governo insistendo su temi “identitari”. Lei vede questo pericolo?

«Ma sono provocazioni senza costrutto. Non trasciniamo Draghi su questioni da cui il governo deve stare fuori».
Pensa che Renzi stia prefigurando nuovi equilibri anche in vista dell’elezione per il Quirinale?

«Non conosco i pensieri di Renzi, però devo dire che troverei molto grave uno spostamento di Renzi col centrodestra. Non ci credo, non lo considero possibile. È, stato segretario del Pd, presidente di un governo di centrosinistra. Ha fatto una scissione da noi ma è rimasto nel centrosinistra, i banchi di Iv sono accanto a quelli del Pd. Considero impossibile che si sposti nel centrodestra».


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