Intervento di Franco Mirabelli a Radio Immagina (audio).
Noi abbiamo sempre detto che, dopo 7 mesi di ostruzionismo che ha impedito alla Commissione Giustizia del Senato di lavorare sul testo della legge Zan, era fondamentale fissare la data di arrivo in Aula del provvedimento e, quindi, della discussione in Aula.
Nonostante questo, in queste settimane abbiamo accettato di fare alcune riunioni con i capigruppo di maggioranza per vedere se c’era spazio per trovare una sintesi tra posizioni molto diverse.
Oggi, il Presidente della Commissione Giustizia ha proposto una sintesi che per noi è assolutamente irricevibile perché toglie dalle categorie di persone che vengono protette dalla Legge Zan i transessuali e chi è in transizione, togliendo l’identità di genere, escludendo ogni possibilità anche rispetto a chi, esprimendo opinioni, incita alla violenza e alla discriminazione.
La sintesi, dunque, avrebbe tolto diritti ad alcune persone in particolare. È chiaro, quindi, che non si può fare una mediazione sulla pelle di qualcuno.
È evidente che le nostre posizioni sono molto diverse.
Alla fine si è anche tentato di nuovo di allungare i tempi, chiedendo più tempo per la discussione e per arrivare in Aula e a questo non abbiamo dato consenso. Siamo, quindi, andati in Aula a votare con tutte le altre forze politiche che alla Camera dei Deputati avevano votato il disegno di legge Zan e che, approvando il calendario che prevedeva la calendarizzazione per il 13 luglio, di fatto hanno confermato di avere la maggioranza anche al Senato.
Chi dice che la Legge Zan non ha i numeri, sulla carta dice una cosa non vera: i numeri ci sono e, da qui al 13 luglio, lavoreremo affinché si verifichino le condizioni per approvare la legge.
Penso che nessuna delle forze politiche che hanno votato e sostenuto la legge Zan alla Camera dei Deputati possa non votare lo stesso testo al Senato, se non assumendosi una responsabilità molto grave. Oltretutto Italia Viva ha contribuito a scrivere la Legge Zan, con la Ministra Bonetti e Lucia Annibali che hanno avuto un ruolo importante nella scrittura del testo.
Il tentativo della destra, in questi mesi, è stato quello di non fare approvare la Legge Zan. Per questa ragione siamo restii ad accettare l’idea anche di modifiche minime: far tornare il provvedimento alla Camera dei Deputati significherebbe rischiare di affossare un disegno di legge che serve a garantire diritti a tante persone e a punire chi le discrimina.
La Legge Zan, infatti, estende la protezione prevista dalla Legge Mancino a omosessuali, donne, disabili.
Noi continueremo a lavorare per avere le condizioni e i numeri in Parlamento e convincere più parlamentari possibili a votare la Legge Zan, anche dell’altro campo perché, come è stato alla Camera dei Deputati, credo che ci siano anche senatori e senatrici di Forza Italia che condividono la Legge Zan.
È evidente che poi ognuno si prenderà le proprie responsabilità e la destra valuterà se misurarsi su qualche emendamento qualificante oppure se fare ostruzionismo e rendere il percorso del disegno di legge più complicato.
Non sono convinto del fatto che il voto segreto possa cambiare gli orientamenti che ci sono a favore della Legge Zan ma, anzi, forse ci consentirebbe di recuperare qualche consenso.
Noi, comunque, non chiederemo il voto segreto perché, come abbiamo detto più volte, dobbiamo andare in Parlamento e ognuno si deve assumere le proprie responsabilità alla luce del sole. Non chiederemo il voto segreto e diremo agli altri di fare altrettanto; anche Italia Viva ha condiviso questa posizione.
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