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Ue-Usa: Sassoli, Biden riporta in primo piano l'Atlantico - Intervista de Il Corriere della Sera

16 Giugno 2021

Il Presidente del Parlamento Europeo: "Riprendere il processo per un accordo commerciale con gli Usa"

"Questo G7 è stato molto importante perché apre la fase dell'invenzione, della costruzione di uno schema di gioco tra Stati Uniti ed Europa". Così il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha commentato, in un'intervista al Corriere della Sera, gli esiti del viaggio in Europa del presidente americano Joe Biden. Sassoli ha ricordato come Stati Uniti ed Europa "si siano sempre confrontati con la Cina divisi" ma "adesso la novità è che si decide di affrontare insieme la concorrenza commerciale". L'arrivo di Biden alla Casa Bianca "riporta in primo piano l'Atlantico e dunque il rapporto tra Europa e Stati Uniti", c'è quindi la "necessità di un nuovo multilateralismo per affrontare insieme sfide inedite". Secondo Sassoli a livello commerciale "integrare i nostri mercati è indispensabile e non è irrealistico pensare di riprendere il processo per un accordo commerciale con gli Stati Uniti. Più integriamo i nostri mercati, più saremo forti nella concorrenza con i cinesi". E sul tema della Russia, visto l'imminente incontro tra Biden e Putin, "nessuno minaccia la Russia, ma per dialogare bisogna essere in due e invece Mosca continua ad alzare i toni - ha concluso -. E quello che preoccupa i Paesi dell'Est e il nostro vicinato orientale preoccupa anche l'Unione".

Scarica l'intervista (file PDF)


"Questo G7 è stato molto importante perché apre la fase dell'invenzione, della costruzione di uno schema di gioco tra Stati Uniti ed Europa" è la prima riflessione di David Sassoli, in linea con le parole del premier Mario Draghi sulla "nuova stagione di cooperazione". Il Presidente del Parlamento europeo ricorda come Stati Uniti ed Europa "si siano sempre confrontati con la Cina divisi" e rimarca il cambio di passo: "Adesso la novità è che si decide di affrontare insieme la concorrenza commerciale". È chiaro che c'è una forte convenienza reciproca, ma si tratta pur sempre, insiste sul punto Sassoli, di un passaggio inedito e di notevole importanza strategica: "Nessuno basta a se stesso". La logica di questa prima fase che si è aperta con l'ingresso di Joe Biden alla Casa Bianca "riporta in primo piano l'Atlantico e dunque il rapporto tra Europa e Stati Uniti". Da qui, ne deduce Sassoli, "la necessità di un nuovo multilateralismo per affrontare insieme sfide inedite". Per il presidente del Parlamento europeo "integrare i nostri mercati è indispensabile e non è irrealistico pensare di riprendere il processo per un accordo commerciale con gli Stati Uniti. Più integriamo i nostri mercati, più saremo forti nella concorrenza con i cinesi". Il modello è il Ceta, il trattato internazionale di libero scambio tra Europa e Canada entrato in vigore in forma provvisoria nel 2017 e i cui effetti hanno favorevolmente colpito il giornalista e dirigente del Pd: "Gli standard previsti per le merci scambiate sono quelli europei, i negozi eigrandi magazzini canadesi sono pieni di eccellenza europea e italiana e da noi non arrivano prodotti inferiori agli standard europei, come gli organismi geneticamente modificati". "E' bello vedere che da questi vertici internazionali scaturiscono risultati concreti a vantaggio di persone e imprese", dice Sassoli a proposito dell'intesa Usa-Ue per l'abolizione dei dazi. "Nessuno minaccia la Russia, ma per dialogare bisogna essere in due e invece Mosca continua ad alzare i toni ? è il monito del presidente del Parlamento europeo ?. E quello che preoccupa i Paesi dell'Est e il nostro vicinato orientale preoccupa anche l'Unione". I vertici della Ue, che guardano con apprensione alla questione della sicurezza: "L'ingerenza russa riguarda le questioni militari e anche le minacce cibernetiche. Adesso possiamo dirlo, anche le istituzioni europee hanno subito attacchi. A volte entrano nei sistemi informatici e restano silenti a lungo prima di entrare in azione". Attacchi da parte di pirati, o di governi? "Ci sono segnali che fanno capire che si tratta di governi, non di hacker". Tanto che la presidenza slovena che inizierà a luglio "ha messo la questione della cybersecurity in cima all'agenda del prossimo semestre", fa sapere.


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