"Il fenomeno migratorio è e rimarrà strutturale, serve perciò una strategia basata sulla cooperazione con i Paesi di transito e di provenienza, nell'idea di agire non solo sull'onda delle emergenze". Lo dichiara a Radio Vaticana la viceministra degli Esteri Marina Sereni. "L'Europa e l'Italia devono aumentare le risorse e gli sforzi per cooperare con quei Paesi africani da cui provengono i flussi migratori, va sviluppata un'alleanza per contrastare i traffici di esseri umani. E per chi ha diritto allo status di rifugiato, vanno organizzati i corridoi umanitari per le evacuazioni, che ora, dopo l'emergenza Covid, stanno riprendendo". Sereni ha spiegato che "nella costruzione della prossima legge di bilancio, dal Ministero degli Esteri verrà la richiesta di destinare risorse crescenti alla cooperazione. Il 2021 sarà un anno eccezionale, con un grande aumento delle risorse destinate allo sviluppo, legato anche alla presidenza italiana del G20. Abbiamo infatti appena stanziato altri 300 milioni di euro per Covax facility, per i vaccini cioè da distribuire ai Paesi a reddito più basso, e stiamo lavorando sul tema della riconversione del debito per alcuni Paesi. Ma non ci possiamo accontentare di questo. Anche nei prossimi anni dobbiamo avere un trend di crescita. Graduale ma crescente". "Chiediamo all'Europa una riflessione - prosegue la Vice Ministra - perché il documento in discussione sull'asilo e sull'immigrazione non ci convince. Siamo ancora lontani dall'avere, come Unione Europea, una politica unitaria non solo sull'asilo e anche sugli ingressi legali. L'emergenza richiede solidarietà e il presidente Draghi ha fatto benissimo a insistere perché si giunga al più presto a un meccanismo chiaro, trasparente, ma anche vincolante tra i Paesi europei, che consenta una redistribuzione degli arrivi dei richiedenti asilo. Questo però, da solo, non è risolutivo. L'Europa - conclude Sereni - deve avere anche una sua politica di cooperazione e partnership con i Paesi di provenienza, così che si creino per i giovani in quei luoghi alternative all'immigrazione".