il suo richiamo è la nostra priorità: le persone in mare devono essere salvate. A tutti i costi. E la sua proposta di utilizzare ogni mezzo, compreso il contributo dei singoli nella protezione delle persone attraverso il servizio civile europeo, va nella direzione giusta. Sono anni che il Parlamento Europeo chiede iniziative efficienti e coerenti di governo dell'immigrazione e dell'asilo. E sono anni che i governi si rifiutano di concedere all'Unione europea i poteri per intervenire.

Le operazioni di salvataggio in mare svolte dall'operazione "Sofia" non sono state ricomprese nel mandato della nuova operazione "Irini", dedicata invece al solo controllo del traffico di armi. Salvare le persone è un dovere irrinunciabile e questo è il momento per consentire all'Unione europea di organizzare una grande iniziativa che qualifichi moralmente e politicamente la difesa dei nostri valori. La sordità e l'egoismo dei governi non è più tollerabile. Facciamo ogni sforzo, coinvolgendo istituzioni e politica, opinioni pubbliche e mondo della comunicazione, perché rapidamente vi sia una risposta a coloro che chiedono aiuto da noi.

In modo molto pragmatico oggi sarebbe possibile affidare all'Unione quattro compiti: la ricerca e il salvataggio in mare, attraverso un meccanismo europeo condiviso; un più forte programma di reinsediamento nell'Ue delle persone bisognose di protezione, con veri e propri canali umanitari; una redistribuzione equa, tramite uno schema concordato e prevedibile tra tutti i Paesi membri;  criteri comuni per l'ingresso legale per motivi di lavoro, con quote da definire a livello nazionale da assorbire nel nostro mercato del lavoro.

 

Migranti, il sindaco Orlando scrive a Sassoli: "Istituire un servizio civile europeo per il salvataggio in mare


 

Questo è particolarmente importante se pensiamo alle nostre società che invecchiano. Nei nostri distretti e nelle nostre aziende, abbiamo molto bisogno di lavoratori in condizione di regolarità e sicurezza. Ne abbiamo bisogno nelle nostre campagne, dove invece braccianti immigrati in condizioni irregolari vivono e lavorano come schiavi; nelle nostre fabbriche, dove la richiesta di manodopera regolare può consentire crescita e benessere.

In definitiva senza nuove competenze e nuovi poteri, l'Unione europea non potrà che lavorare in regime di supplenza con risultati poco efficaci.

Lei ha ragione caro Sindaco, non possiamo attendere ancora.  Le assicuro che il Parlamento europeo è in prima fila nel chiedere che un'operazione umanitaria sia messa in mare al più presto per rispondere almeno al grido di dolore che la cronaca ci segnala così di frequente. 

Con amicizia,

David Sassoli