Il Ddl Zan, dal nome del suo relatore, il deputato e attivista LGBT Alessandro Zan, prevede anche la condanna delle discriminazioni sulla disabilità. Il disegno di legge indica: “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.
Quasi ogni giorno i media segnalano casi di violenza sui disabili. Questo accade in luoghi che dovrebbero essere sicuri, come le scuole o i centri diurni, ma anche tra le mura di casa dove, spesso, i badanti aggrediscono i disabili affidati alle loro cure.
Solo nel 2020 sono state registrate 1424 denunce, provenienti da tutta Italia. Secondo i dati Osce, i crimini d'odio contro i disabili sono cresciuti del 32% in tre anni. Donne con disabilità tra le più colpite. Questi crimini sono spesso motivati da pregiudizi e si tratta principalmente di aggressioni fisiche, furti, rapine e in alcuni casi anche di omicidi.
Il Ddl Zan modifica gli articoli 604-bis e 604-ter del Codice penale in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere. Da ottobre prevede anche la condanna delle discriminazioni sulla disabilità.
Con l’approvazione in Senato, ci sarebbe quindi, l’istituzione in Italia di alcuni nuovi reati, l’istituzione di una giornata nazionale contro le discriminazioni (il 17 maggio) e lo stanziamento di quattro milioni di Euro all’anno per iniziative di contrasto al fenomeno.
Severe le pene previste: dalla reclusione fino a un anno e 6 mesi - o una multa fino a 6.000 Euro - per chi istiga o commette atti di discriminazione, fino ai 4 anni di reclusione per chi partecipa o favorisce le organizzazioni, le associazioni, i movimenti, i gruppi che hanno lo scopo, o uno degli scopi, nell’incitamento alla discriminazione o alla violenza contro queste categorie.
Attualmente in Italia, l’aggravante d’odio non è considerata per le violenze contro le persone disabili, nonostante vengano perpetrate proprio per questo motivo.
Finalmente il ddl Zan punta ad allargare il riconoscimento dell’aggravante d’odio, già presente nella Legge Reale-Mancino per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali, anche alla disabilità, oltre che alle discriminazioni per genere di appartenenza e orientamento sessuale.
L’abilismo riguarda tutte le violenze fisiche e verbali perpetrate ai danni delle persone con disabilità e, più in generale, il presupporre che tutte le persone abbiano un corpo abile. Non è un fenomeno marginale. I dati raccolti dall’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri sono allarmanti.
Il Ddl Zan è arrivato alla Camera a ottobre dopo vari rinvii e polemiche. Dopo una lunga discussione la proposta è stata approvata con l’aggiunta di alcune modifiche importanti come l’estensione delle misure previste anche ai delitti commessi per ragioni legate alla disabilità della vittima.
Adesso si attende l’esame e l’approvazione del Senato. Possibile allungamento dei tempi a causa dell’ostruzionismo di Lega e FdI che, purtroppo, intendono dare battaglia per contrastare l’approvazione del ddl.