"E' urgente un'accelerazione del processo di allargamento dell'Unione Europea ai Balcani occidentali: sono passati 26 anni dalla pace di Dayton e 18 anni dal Consiglio Europeo di Salonicco. Ogni ulteriore rallentamento rischia di suscitare frustrazioni nelle opinioni pubbliche e nelle classi dirigenti, favorendo il riemergere di nazionalismi e la tentazione di rimettere in discussione il delicato assetto raggiunto al termine della guerra degli anni '90". Lo dichiara il presidente della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati, Piero Fassino, a seguito di due incontri con i presidente delle Commissioni esteri di Montenegro, Miodrag Lekic, e Kosovo, Haki Abazi. "La necessità di un cambio di passo europeo - sottolinea - è tanto più necessario di fronte alla attiva pressione nella regione di altri attori internazionali, come si è visto nel approvvigionamento dei vaccini. Ci attendiamo - rimarca - che i negoziati aperti dalla UE con il Montenegro conoscano una accelerazione accompagnati da una contestuale approvazione delle riforme richieste dalla UE in materia di Stato di diritto, giustizia e lotta alla corruzione, creando così le condizioni necessarie per portare a conclusione i negoziati; inoltre - prosegue - vengano ripresi i colloqui tra Pristina e Belgrado per la normalizzazione delle loro relazioni, passaggio necessario per il riconoscimento del Kosovo da parte di tutti gli Stati europei e per aprire la strada alla sua inclusione europea". Al termine degli incontri i presidenti Lekic e Haki hanno assicurato la partecipazione alla Conferenza sui Balcani occidentali promossa dalla Commissione esteri della Camera lunedì 26 aprile, iniziativa che coinvolge i Presidenti delle Commissioni esteri della regione balcanica e i Paesi dell'Unione Europea più direttamente impegnati.