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Franco Mirabelli a Radio Immagina sui temi dei diritti civili, economia, pandemia:

09 Aprile 2021


"In queste settimane in Senato ci stiamo battendo perché la questione dei diritti civili non sia secondaria. Ci stiamo battendo affinché prevalga il buon senso e la Legge Zan, che è stata già approvata alla Camera dei Deputati, venga calendarizzata anche al Senato e si passi così a una discussione di merito, contando che ci siano le condizioni per approvare quel disegno di legge anche qui. La Legge Zan è una legge importante che riguarda i diritti civili; viene presentata come una legge divisiva ma davvero non riesco a capire come si possa definire “divisivo” un tema come quello del rispetto dei diritti civili di soggetti che hanno oggettivamente bisogno di tutele. La cronaca mostra quotidianamente che ci sono persone che vengono prese di mira e questa è la ragione per cui bisogna introdurre i reati di odio contro gli omosessuali, i transgender e le persone che oggi vengono spesso prese di mira per la loro condizione. Credo, quindi, che sia giusto fare questa legge, come è stato giusto fare la Legge Mancino, che interviene su altre categorie. La Lega ne sta facendo un motivo di conflitto ideologico. Sono convinto, però, che se stiamo sul merito si possa discutere serenamente e arrivare all’approvazione della Legge Zan. È, infatti, una legge di buon senso: non è vero che introduce reati di opinione ma introduce un reato per chi istiga alla violenza e produce violenza contro soggetti che vengono perseguitati. Sui diritti civili è evidente che Salvini deve fare una scelta e avere il coraggio su alcune questioni che riguardano i diritti civili di dire quale scelta fa. Non si può dire che la questione dei diritti civili “non è prioritaria” o dire che “è divisiva”. Salvini deve dire se sta con i polacchi che creano le “zone gay free” in cui gli omossessuali non possono andare e manifestarsi, se sta con Orban che ha cambiato la Costituzione per impedire di ammettere le coppie omossessuali o se sta con il Parlamento Europeo che ha dichiarato l’Europa una zona aperta a LGBT.

Non sono d’accordo sul separare il tema dei diritti civili dal tema dei diritti sociali ma è evidente che in questo momento per il Paese la priorità è quella di far ripartire l’economia. Per far ripartire l’economia e evitare che lo sblocco dei licenziamenti provochi un disastro sociale bisogna prima di tutto aiutare le imprese, soprattutto le piccole e medie imprese che hanno sofferto durante la pandemia. Bisogna, quindi, mettere in campo un provvedimento che si occupi solo di questo: aiutare le imprese sul credito, sui costi fissi per consentire loro di ripartire, altrimenti rischiamo davvero che la ripresa sia molto lenta e molto debole. Le piccole e medie imprese rischiano oggettivamente di subire fino all’estremo gli effetti della crisi se non le mettiamo nelle condizioni di riprendere il proprio lavoro. È importante che le forze politiche remino nella stessa direzione. Ci sono due questioni su cui questo Governo si è costruito e su cui si è costruita una larghissima maggioranza parlamentare. Una questione riguarda i vaccini: su questo la politica deve dimostrare responsabilità e remare tutta nella stessa direzione. Dobbiamo affrontare la pandemia e lo si fa con i vaccini, correggendo di volta in volta eventuali distorsioni, provocati anche da elementi esterni come i problemi che ci sono stati con gli stessi vaccini ma accelerando la campagna vaccinale. Oggi, credo che sia possibile accelerare. Dal punto di vista organizzativo si è messa in moto una macchina importante con la Protezione Civile e l’Esercito. Credo che questa sia una priorità per il Paese, senza la quale non si riparte. L’altra priorità, una volta risolta la crisi pandemica, è quella di evitare una crisi sociale ed economica senza prospettive. Su queste cose penso che tutta la politica debba convergere. Sulla questione dei vaccini e della lotta al covid dovremmo tutti convergere, dando l’idea che la strada che il Governo sta intraprendendo sia quella giusta. I distinguo fatti per accarezzare i disagi più che comprensibili di tanti operatori non aiutano ad affrontare un problema che sta creando oggettivamente un grande disagio sociale anche per le misure che stiamo mettendo in campo. È importante, dunque, che tutti chiariscano che quelle misure non sono il vezzo di qualche Ministro o di qualche partito politico ma sono la necessità che questo Governo intravede per risolvere le questioni. Lo scontro tra rigoristi e aperturisti non fa bene. Credo che ormai l’esperienza fatta dal mondo in questo anno e mezzo dimostri che la scelta di chiudere è necessaria per sconfiggere il virus: non ce ne sono altre. Aprire troppo presto può ricreare una situazione che poi costringe di nuovo a chiudere, come abbiamo già visto. Non si deve fare campagna elettorale su questa questione. La politica non si deve distinguere al proprio interno su questa vicenda ma deve dare ai cittadini il senso che ci si sta occupando di loro nel modo migliore possibile". 


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