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Il recovery italiano e la politica industriale europea - post di Patrizia Toia su Facebook

23 Febbraio 2021

10 nuove Partnership industriali sono state lanciate dalla Commissione, con 10 miliardi investiti dall'Unione, cui dovranno
affiancarsi almeno 10 miliardi di risorse private.
Questa settimana si celebrano gli #EuIndustryDays ed è stata l'occasione del lancio delle Partnership tra l'Unione europea, gli Stati membri e l'industria in settori cruciali per la transizione verde e digitale e per la competitività del settore industriale.
Questo lunghissimo anno di pandemia e di crisi economica ha cambiato profondamente anche i bisogni e le necessità del settore industriale europeo, ne ha mostrato limiti e debolezze e ha trasformato le priorità e gli obiettivi. Per questo l'Europa aggiornerà la sua strategia di politica industriale, per ricostruire le catene del valore indebolite dalla crisi e per cogliere i cambiamenti della globalizzazione, per “riportare“ in Europa imprese e lavorazioni e per rafforzare la nostra autonomia in settori strategici.
Lo scorso anno la Commissione ha identificato 14 ecosistemi industriali, che rappresentano le principali catene del valore europee, sulle quali intende focalizzare l'iniziativa propria e quella degli Stati membri. Essi saranno alla base anche della rinnovata politica industriale, che dovrà iscriversi nel quadro della ripresa e resilienza che il cosiddetto #RecoveryFund dovrà favorire con le ingenti somme stanziate.
675 miliardi di euro, dei quali almeno il 37% dovrà finanziare la transizione verde e il 20% la trasformazione digitale. Alcuni strumenti ci sono già: le Partnership e le Alleanze lanciate in diversi settori, gli IPCEI - Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo, - e un rinnovato protagonismo dell'Unione per mettere assieme grandi aziende, Pmi, centri di ricerca e università per rispondere alle sfide comuni.
Altri saranno necessari e i prossimi mesi ci riserveranno molto lavoro da fare: a me spetterà lavorare sul Regolamento sulle batterie - da relatrice per la Commissione Industria - per definire norme uniformi a livello europeo sulla produzione, l'impronta di carbonio, l'immissione sul mercato, la raccolta, il riciclo di batterie portatili, industriali e per veicoli elettrici ed altre, che saranno di fondamentale importanza per raggiungere l'obiettivo di un'economia europea neutra da un punto di vista climatica e allo stesso tempo competitiva nel 2050.

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