10 nuove Partnership industriali sono state lanciate dalla Commissione, con 10 miliardi investiti dall'Unione, cui dovranno
affiancarsi almeno 10 miliardi di risorse private.
Questo lunghissimo anno di pandemia e di crisi economica ha cambiato profondamente anche i bisogni e le necessità del settore industriale europeo, ne ha mostrato limiti e debolezze e ha trasformato le priorità e gli obiettivi. Per questo l'Europa aggiornerà la sua strategia di politica industriale, per ricostruire le catene del valore indebolite dalla crisi e per cogliere i cambiamenti della globalizzazione, per “riportare“ in Europa imprese e lavorazioni e per rafforzare la nostra autonomia in settori strategici.
675 miliardi di euro, dei quali almeno il 37% dovrà finanziare la transizione verde e il 20% la trasformazione digitale. Alcuni strumenti ci sono già: le Partnership e le Alleanze lanciate in diversi settori, gli IPCEI - Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo, - e un rinnovato protagonismo dell'Unione per mettere assieme grandi aziende, Pmi, centri di ricerca e università per rispondere alle sfide comuni.
Altri saranno necessari e i prossimi mesi ci riserveranno molto lavoro da fare: a me spetterà lavorare sul Regolamento sulle batterie - da relatrice per la Commissione Industria - per definire norme uniformi a livello europeo sulla produzione, l'impronta di carbonio, l'immissione sul mercato, la raccolta, il riciclo di batterie portatili, industriali e per veicoli elettrici ed altre, che saranno di fondamentale importanza per raggiungere l'obiettivo di un'economia europea neutra da un punto di vista climatica e allo stesso tempo competitiva nel 2050.