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Intervento di Franco Mirabelli al Circolo PD Pregnana Milanese sulla crisi del Conte Bis e il sostegno a Draghi

11 Febbraio 2021

"Credo che in questa fase ci sia bisogno di discutere per capire e per avere anche una posizione da portare fuori dalle nostre riunioni perché credo che serva per evitare che una serie di distorsioni e narrazioni giornalistiche facciano passare in secondo piano le ragioni delle scelte che abbiamo fatto in questi mesi e in questo ultimo anno.

Faccio una premessa, perché credo che alcune cose ci debbano restare in testa: il Governo Conte Bis è nato da una scelta coraggiosa e non scontata che abbiamo fatto dopo la rottura della maggioranza giallo-verde. È stata una scelta coraggiosa, infatti, quella di allearci con M5S, che sono stati nostri avversari anche nella Legislatura precedente. Abbiamo fatto una scommessa non per evitare le elezioni ma per evitare che un centrodestra a guida sovranista, comandato da Salvini, che allora era in forte ascesa, potesse portare l’Italia lontano dall’Europa, con tutto quello che ne sarebbe conseguito.

Nella nostra scelta ci stava anche la scommessa di riuscire a facilitare una trasformazione di M5S, da forza antieuropeista e populista in una forza politica coerentemente europeista e questo è un risultato che abbiamo ottenuto: M5S in Europa ha votato per Ursula Von Der Leyen ed è grazie a noi e grazie a Conte se oggi possiamo ragionare sulle risorse del Recovery Fund e su un Paese che ha ricostruito una credibilità in Europa. Abbiamo fatto, dunque, un Governo per queste ragioni.

Fino a quella scelta, il PD era un partito totalmente ininfluente, soprattutto in Parlamento: non avevamo i numeri per contare, non avevamo alleanze, al massimo potevamo fare qualche manifestazione con qualche cartello ma sostanzialmente eravamo ininfluenti all’interno delle istituzioni.

Dopo 16 mesi, credo che possiamo dire che il Governo Conte Bis ha avuto un ruolo importante per il Paese.

Abbiamo ottenuto il risultato di ricostruire una credibilità dell’Italia in Europa. Abbiamo gestito una pandemia drammatica, che è arrivata nel nostro Paese prima che altrove. In qualche modo, abbiamo anche dato l’esempio su come affrontare la pandemia. Abbiamo gestito una crisi economica drammatica, costruendo una serie di misure e di ammortizzatori sociali che sono stati allargati a tutti i lavoratori, compresi quelli che prima d’ora non li avevano mai avuti. Abbiamo dato ristori a tutte le aziende a cui abbiamo chiesto di chiudere per consentire di ridurre la circolazione del contagio.

Sicuramente avremo anche fatto errori ma li abbiamo fatti in un Paese in cui, oggettivamente, anche nella normalità la Pubblica Amministrazione funziona male e mi fa piacere che anche Draghi abbia individuato questo problema da affrontare come priorità.

Noi abbiamo messo in campo tantissimi soldi per i ristori e per una serie di altre misure per fronteggiare il covid ma quelle risorse sono state gestita da una Pubblica Amministrazione che fa fatica a metterli a terra.

Il problema, quindi, non sono state le risorse ma è stata una difficoltà di funzionamento della Pubblica Amministrazione.

Penso, quindi, che abbiamo fatto sforzi consistenti, visto anche questo problema e credo che abbiamo comunque ottenuto dei risultati anche se non tutto è andato bene.

Per questo, penso che dobbiamo essere orgogliosi della risposta che abbiamo contribuito a dare al Paese in piena pandemia.

Al nostro congresso avevamo detto che volevamo costruire un partito che non lasciasse nessuno da solo di fronte alle difficoltà e abbiamo provato a farlo.

Il Governo Conte Bis negli ultimi mesi aveva bisogno di essere rilanciato. Noi siamo stati i primi a sottolineare la necessità di andare oltre e trasformare quella che era stata un’alleanza costruita per necessità in un’alleanza politica che mettesse in campo un’idea di Paese e delle riforme. Inoltre, avevamo sottolineato il fatto che serviva una maggior velocità nel prendere le decisioni e una maggior capacità di fare scelte all’interno della maggioranza.

Soprattutto grazie a noi si è aperta una discussione, anche sul Recovery Plan ma non abbiamo usato questa discussione come una spada contro i nostri alleati perché non è in quel modo che si sta in una coalizione.

Renzi, invece, ad un certo punto ha deciso di far cadere il Governo e lo ha fatto utilizzando molte argomentazioni che avevamo evidenziato noi, come la necessità di migliorare il Recovery Plan (che poi abbiamo fatto), la necessità di fare scelte diverse da quelle che si erano prefigurate sui servizi segreti (che poi sono state fatte). È ormai evidente che la scelta di Renzi - che ha fatto dimettere le sue Ministre proprio nel momento in cui si stava avviando questa opera non solo di velocizzazione su alcune scelte ma anche di allargamento della maggioranza - era predeterminata. Credo che la scelta di Renzi sia stata quella di voler impedire che si facesse ciò che avevamo detto di voler fare, cioè trasformare l’alleanza di Governo in un’alleanza politica e, per questo, pensava che fosse utile far saltare tutto.

Il problema è che tutto questo è successo in piena pandemia, mentre dobbiamo affrontare problemi drammatici, sintetizzati nelle tre emergenze di cui ha parlato il Presidente della Repubblica, cioè l’emergenza sanitaria, l’emergenza economica e l’emergenza sociale.

Inoltre, stavamo predisponendo il piano vaccini, pur tenendo conto che comunque siamo il Paese che ha vaccinato più persone rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea.

Renzi ha scelto di aprire una crisi incomprensibile per i cittadini, che hanno chiesto e continuano a chiedere alla politica di dedicarsi ad affrontare i problemi concreti delle persone e non a discussioni tutte interne incomprensibili fuori.

Credo che questa crisi abbia anche allargato la distanza tra la politica e i cittadini, non facendo quindi un buon servizio alla democrazia.

Il Governo Conte, comunque, aveva ottenuto la maggioranza assoluta nel voto di fiducia alla Camera dei Deputati e per quattro voti non ha avuto la maggioranza assoluta al Senato. Nonostante questo, il Presidente Conte ha deciso di dimettersi, per consentire di avviare una fase nuova, favorendo un rilancio di tutta la maggioranza e un coinvolgimento pieno anche di Italia Viva, favorendo un chiarimento.

Il Presidente della Repubblica, quando diede l’incarico esplorativo a Fico, disse di aver verificato che c’era una maggioranza possibile, invece Italia Viva ha usato la possibilità del chiarimento per aprire la crisi.

Di fronte a questa crisi, il Presidente della Repubblica è venuto in soccorso del Paese ed ha affidato l’incarico a Draghi, che è la personalità più prestigiosa che c’è nel nostro Paese e più riconosciuta a livello europeo e internazionale.

Non è un caso che sia bastato dare un mandato a Draghi per far abbassare lo spread e fare aumentare la fiducia nel nostro Paese.

A Draghi è stato dato un incarico per costruire un Governo di alto profilo: non si è parlato mai né di un Governo tecnico né di un Governo a termine ma di un Governo per affrontare le tre emergenze che incombono.

Il PD si è messo a disposizione di Draghi e abbiamo messo in campo le nostre proposte, che sono le stesse che avevamo portato al tavolo della verifica del centrosinistra, cioè proposte per una transizione ambientale dell’economia, per la green economy, per la Sanità, le politiche di genere, il lavoro, il Sud, gli investimenti che devono progressivamente sostituire i bonus utilizzati nell’emergenza come strumento utile per dare un po’ di ristoro all’economia e ai cittadini.

Credo che dobbiamo continuare a tenere alta l’attenzione sui temi.

Leggendo le dichiarazioni dei partiti che hanno incontrato Draghi e raccontano le proposte che Draghi ha presentato loro, mi pare che possiamo essere soddisfatti: il programma mette in campo ha esattamente il perimetro che pensiamo debba avere qualunque alleanza di Governo nel nostro Paese, cioè quello dell’europeismo, quindi con una maggioranza e un Governo fortemente europeista, che fa dei temi della riforma del fisco, della Giustizia Civile e della Pubblica Amministrazione tre temi dirimenti, che devono anche essere attraversati, come tutte le politiche economiche e di sostegno al reddito, da una serie di altre questioni, prima di tutto quella ambientale, che dovrà essere un po’ il paradigma di tutta la politica del Governo.

Abbiamo portato le nostre proposte a Draghi. È evidente, però, che non potremo porre alcun veto di fronte ad una proposta fatta a tutti dal Presidente della Repubblica.

Se la Lega accetta di andare su posizioni diametralmente opposte a quelle che ha sostenuto fino ad oggi, sarà un problema suo. Personalmente, penso che se la Lega si collocasse davvero dentro ad un fronte europeista sarebbe solo un vantaggio per l’Italia. Dovremmo, quindi, essere soddisfatti anche se questi cambiamenti di opinione in due giorni non danno molta credibilità.

Credo comunque che Draghi sarà in grado di formare un Governo su contenuti per noi positivi. Noi abbiamo dato la piena disponibilità ma nessuno ci può chiedere di sostenere posizioni opposte a quelle che abbiamo.

Adesso si apre una fase nuova per il Paese e per la politica.

Credo che il PD in questo momento abbia bisogno di stare dentro e dare forza al tentativo di Draghi, guardando come sempre all’interesse del Paese.

Credo, infatti, che questo tratto di responsabilità vada mantenuto, è un tratto che ci ha consentito di superare quella situazione per cui eravamo messi ai margini della politica e abbiamo dato il segno di una forza che mette al primo posto i problemi dei cittadini. Siamo stati premiati alle ultime elezioni amministrative e regionali per questo, perché durante la pandemia abbiamo dimostrato di saper gestire le cose, anziché agitare i problemi.

Credo, quindi, che dovremo mantenere questo tratto, ma accanto a questo, nei prossimi mesi credo che dovremo mettere in campo tre o quattro battaglie che definiscano l’identità e l’idealità del PD, cioè parità di genere, transizione ecologica dell’economia, scuola e ricerca; c’è una discussione aperta sull’uso del Recovery Fund e su questo dovremo insistere. Dentro a questa situazione, quindi, il PD deve essere più capace di caratterizzarsi su alcune questioni e nei prossimi mesi dovrà anche rilanciare il ruolo e la vita del partito.

Infine occorre che il PD che continui ad avere l’ambizione di costruire un campo progressista alternativo a quello del centrodestra nel nostro Paese, partendo dall’esperienza del Governo Conte Bis, quindi, vuol dire partire da un’alleanza con LEU, M5S, le forze civiche e le forze autonomiste che hanno condiviso con noi quel percorso.

La costruzione di questo campo non è ancora definita. È evidente anche da questi giorni che M5S sta vivendo un ulteriore dibattito interno molto difficile e molto lacerante.

Questa, però, credo che sia la strada che dobbiamo continuare a percorrere e facilitare la costruzione di un campo alternativo alle destre in cui si favorisce anche un’evoluzione positiva di M5S, così come abbiamo fatto sull’Europa.

Alternative, in questo momento, non ce ne sono se vogliamo costruire un campo competitivo alternativo alla destra, perché le forze in campo, anche in Parlamento sono queste.

Questa scelta, fatta sedici mesi fa, che allora appariva strana e costretta dalle situazioni e contestata da molti, in realtà ci ha consentito di dare risposte al Paese, che è la ragione per cui esistiamo.

Non dobbiamo lasciarci travolgere da una narrazione per cui, avendo Renzi svolto il ruolo di demolitore del Conte Bis, rinunciamo a valorizzare quello che abbiamo fatto insieme ai nostri alleati, compreso Italia Viva, in questi mesi.

In sintesi, c’è quindi diamo dunque una grande disponibilità a Draghi, se il profilo sarà quello europeista e che vuole fare alcune riforme, in un Governo che non è a termine ma che mette in campo una delle persone più credibili del nostro Paese per fare davvero le riforme necessarie, per fare al meglio il Recovery Plan, per fare al meglio il lavoro di rilancio dell’economia. Noi ci siamo e chiunque ci sia, stando su quel terreno e per sostenere quelle proposte, va bene.

Inoltre lavoriamo comunque mantenendo, come abbiamo fatto in questi giorni, una relazione con i nostri alleati LEU e M5S per provare a costruire il campo alternativo alla destra".


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