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Vaccini: Toia, si impongano licenze obbligatorie per produrli in altri siti

03 Febbraio 2021


Ora vaccini liberi dai brevetti - intervento di Patrizia Toia su Avvenire


“Il diritto alle cure salvavita viene prima di ogni altro. Per questo bisogna rescindere il legame tra proprietà del brevetto e licenza esclusiva a produrlo, permettendo di produrre vaccini anche in altri siti”. E' quanto ha dichiarato Patrizia Toia, eurodeputata Pd e vicepresidente della commissione Industria, Ricerca ed Energia.
“Ad oggi – ha spiegato - la capacità produttiva delle aziende titolari dei brevetti dei vaccini è inadeguata a forniture così enormI come la pandemia richiede. E' necessario che le aziende consentano, anche dietro pagamento di royalities, la produzione anche fuori dai loro siti. E se volontariamente non lo faranno c'è la strada delle licenze obbligatorie che permettono, con deroghe temporanee o geograficamente circoscritte in base agli Accordi TRIPs (The Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights - Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale). È una strada che va deliberata in sede WTO (Organizzazione mondiale del commercio) e si può percorrere in tempi molto rapidi, se c'è l'accordo di tutti i paesi, a partire dall'UE. Ovviamente, a valle, va fatta una politica industriale coerente, attrezzando siti e catene produttive adeguate e sia l'Italia che altri paesi dell'UE sono in grado di fare ciò”



Patrizia Toia: il problema più grande per i vaccini è averne la quantità necessaria

Trasparenza e segretezza dei contratti sono due problemi di cui si parla tanto a proposito di #vaccini, ma c’è un tema che è quello più importante – invece – di cui si parla meno. Ed è che non ci sarà sufficiente quantità di dosi per l’intera popolazione. Oggi infatti in Europa non abbiamo abbastanza vaccini per procedere velocemente a immunizzare tutte e tutti.
Come affrontare questo problema?
Avevo sollevato questo tema già nel giugno scorso ma purtroppo è ancora attuale.
Di fronte alla carenza produttiva delle aziende farmaceutiche titolari del brevetto che, anche sfruttando al massimo le loro possibilità, non riescono a garantire una adeguata produzione, si può ricorrere e far valere un principio, che è quello della "LICENZA OBBLIGATORIA" (in inglese compulsory licensing). Secondo questa clausola, prevista negli accordi sulla proprietà intellettuale, se un Paese durante una pandemia si trova a fronteggiare una carenza di farmaci, può autorizzare la produzione di vaccini, separando la proprietà del brevetto dal diritto di esclusiva produzione.
Si potrà così consentire che altre aziende producano il vaccino, magari pagando delle royalilties o dei componenti dello stesso.
Questa strada ha poi un’altra necessità. Quella di attivare nuove realtà produttive o riconvertire aziende del settore, e creando così una preziosa filiera produttiva.
La parte giuridica di questa via va posta e discussa all’interno dell’Organizzazione mondiale del Commercio, e la prima data utile potrebbe essere già il prossimo 11 marzo.
C'è poi un altro aspetto che va oltre il nostro continente.
Al momento buona parte del numero, comunque limitato, delle dosi di vaccino è stata già prenotata da Unione Europea, Stati Uniti e Regno Unito.
Ma c'è una dimensione mondiale nella sfida alla pandemia e noi vogliamo che l'Europa continui a giocare un ruolo da promotore di un Accordo globale, in questa grande partita di geopolitica.
C'è già un'alleanza tra le grandi potenze per programmare e finanziare una disponibilità di dosi sufficiente per l’intera popolazione mondiale: il G20 potrà essere l'occasione per questo auspicabile salto di qualità.


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