"Un pericoloso passo indietro in un Paese europeo in termini di civiltà e per la salute delle donne. Il divieto di aborto introdotto in Polonia nega un diritto riconosciuto in tutte le società democratiche, oltre ad esporre le donne a rischi sanitari enormi, gli stessi vissuti dalle donne in Italia prima della legge del 1978". Lo dichiara Piero Fassino, Presidente della Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei Deputati, dopo che la Corte costituzionale polacca ha pubblicato la sentenza con la quale ha invalidato la costituzionalità dell'accesso all'aborto in caso di "grave o irreversibile malformazione del feto o malattia incurabile che minacci la vita del feto", rendendo di fatto quasi totalmente illegale l'interruzione di gravidanza nel Paese. "+ una deriva pericolosa - prosegue - che mette a rischio i diritti umani e delle donne, valori su cui l'Unione europea si fonda e dovrebbero essere condivisi da tutti gli Stati membri. Così come avveniva in Italia durante il proibizionismo ci saranno donne costrette a recarsi all'estero, chi invece non potrà farlo si esporrà alla pratica clandestina mettendo così a rischio la propria vita. L'effetto è un danno per i diritti civili e un danno gravissimo per la salute delle donne. Piena solidarietà - conclude - con i tantissimi polacchi che in queste ore stanno manifestando lo sdegno e la contrarietà alla legge".