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Governo, Zanda: il dialogo con Renzi? Non prendiamo in giro gli italiani - intervista de Il Foglio

23 Gennaio 2021



di David Allegranti 

Il senatore del Pd Luigi Zanda non vuole più sentir parlare di dialogo con Matteo Renzi, come auspica qualche suo compagno di partito: “Siamo in una fase in cui serve che la politica mostri molta serietà. Credo che la domanda da porci sia: che cosa ne penserebbero gli italiani di un rientro di Renzi nella maggioranza? Penserebbero che li stiamo prendendo in giro da due mesi. A me non piace parlare di Renzi, perché le personalizzazioni sono sempre sbagliate, però questo governo è nato su iniziativa di Italia viva, che a un certo punto ha detto: o così o me ne vado. Questo vuol dire che la coalizione è arrivata al capolinea. I problemi di governo tra più partiti non si risolvono così. Vanno risolti sempre insieme, persino quando si pensa di avere ragione”. Ma il caso Cesa è una pietra di inciampo per l`allargamento della maggioranza? “Lasciamo perdere la questione giudiziaria. Il problema è un altro, la vicenda dell`Udc è la conferma che il sistema politico italiano è malato di un eccesso di frammentazione; la nostra instabilità è dovuta anche al fatto che partiti che controllano il 2-3 per cento o anche pochi parlamentari sono decisivi per la vita di un governo. A noi servono partiti che rappresentino larghe parti della società e siano in grado di stabilizzare una democrazia molto fragile. Glielo dico pensando anche a Renzi, che ha fatto una scissione inspiegabile, che non ha danneggiato solo lui ma la politica italiana. Il Pd ha subito 4 scissioni, ma il fatto che abbia mantenuto la sua forza è la prova che la prospettiva politica era nel Pd, non fuori del Pd”. Resta la questione: come si supera la crisi? Come può essere allargata la maggioranza? “Senta, io vedo le cose da un altro punto di vista. Non mi considero in grado di mettere bocca sulla prospettiva politica. Non ho nemmeno tutte le informazioni necessarie. Invidio chi inventa il futuro tutti i giorni. Conte non ha bisogno della mia opinione. Semmai credo che sia il momento di ripensare i nostri problemi di fondo, a partire
dalla consistenza della nostra democrazia, dall`aumento vertiginoso del debito pubblico, dalle grandi riforme che ci servono. A me hanno molto colpito la franchezza e il coraggio di Biden nel suo discorso di insediamento, quando ha parlato della fragilità della democrazia americana. È determinato nel battere populismi e sovranismi. Biden vincerà la sua battaglia, perché gli Stati Uniti hanno sconfitto Trump alle elezioni e il sistema dei pesi e dei contrappesi è un sistema forte. Anche la democrazia italiana è fragile, fatte le debite proporzioni. Per certi versi per noi è ancora più difficile. Viviamo in una condizione pressoché perpetua di instabilità, con questa nostra tradizione di governi annuali, dal 1948 in poi”. In questa situazione di instabilità, si ribaltano i ruoli delle istituzioni: “Il governo esercita il potere legislativo e il parlamento è l`organo che converte i decreti legge”, dice Zanda, in difesa del ruolo di Camera e Senato. Ma non solo, aggiunge il senatore: “Il presidente del Consiglio si sta trasformando in capo del governo e abbiamo un problema gigantesco di pubblica amministrazione. Tutto avviene in via di fatto, senza riforme approvate dal parlamento. Questa condizione rende molto fragile la democrazia italiana, che è debole politicamente e debole istituzionalmente. Penso che nel campo della difesa della democrazia si possano trovare delle intese molto larghe sia in parlamento sia nella società”. Ma come è possibile farlo con i Cinque stelle? “I fatti di questa legislatura aiutano tutte le forze, anche quelle di destra, a maturare una seria preoccupazione per le sorti della democrazia. La destra l`ha capito nel corso del primo anno di governo gialloverde. Per noi vale lo stesso oggi. Quando il presidente degli Stati Uniti, nel suo discorso di insediamento, cita come primo punto la difesa della democrazia, dobbiamo capire che sta parlando anche a noi. La lotta in atto tra i paesi governati da democrazie parlamentari liberali e le cosiddette democrazie autoritarie è una guerra mondiale e direi mortale”. Sì, ma i Cinque stelle? “Guardi, i Cinque stelle sono un fenomeno complesso e articolato. Il fatto che da molto tempo non parlino più di democrazia diretta e di vincolo di mandato significa che governare ha aiutato loro come aiuta anche noi. Governare significa assumersi delle responsabilità”.


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