Io, l’altro, noi.
È attorno queste tre parole che il Papa ha tessuto il suo messaggio rivolto ai giovani di 115 Paesi riuniti virtualmente ad Assisi.
L'invito è a riparare una casa in rovina. Francesco, quindi, cita il Signore e le parole con cui si rivolse al frate povero.
L'appello a ciascuno di noi è quello di prendere in mano il presente. È tempo, insomma, di sporcarsi le mani, di essere protagonisti per ridisegnare modelli economici che non avvantaggino pochi ma creino ricchezza per tutti.
Con queste parole Papa Francesco sancisce il cosiddetto patto di Assisi.
La gravità della situazione attuale, acuita dal Covid, esige una responsabile presa di coscienza di tutti gli attori sociali, di tutti noi.
È tempo, dice Papa Francesco, cari giovani economisti, imprenditori, lavoratori e dirigenti d’azienda, di osare il rischio di favorire e stimolare modelli di sviluppo, di progresso e di sostenibilità in cui le persone, e specialmente gli esclusi cessino di essere una presenza meramente nominale, tecnica o funzionale per diventare protagonisti della loro vita come dell’intero tessuto sociale.
Le parole di Papa Francesco sono luce in questo sentiero buio e pieno di incertezze, che è il presente.