Registrati

Privacy

Informativa ai sensi dell'art. 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. La raccolta e il trattamento dei dati sono effettuati limitatamente ai fini connessi alla gestione operativa e amministrativa del servizio. I dati sono trattati con strumenti informatici e telematici e non saranno comunicati a terzi. Il titolare del trattamento è AreaDem.
* Acconsento al trattamento dei miei dati personali
Log in

 
Registrazione al sito - Login al sito

Ha vinto lui. Abbiamo vinto noi. Punto - di Edoardo Pivanti

21 Settembre 2020


E questo sicuramente darà fastidio a tanti dentro al PD, che come sempre sono rimasti alla finestra a guardare. Un sostrato sociale fatto di localisti lamentosi e capibastone paludati.

Ma non importa questa volta. Zingaretti ha vinto. Il PD ha vinto. E non lo dico per ossequiosità nei confronti del Segretario, anzi, dei nei ci sono, e provo ad analizzarli in questo mio “spiegone” (umile spiegone, non sono certo a livello di Damilano).

Però, la prossima volta che sento dire “E ma Zingaretti…” risponderò con numeri e fatti. Punto. E ora andrò avanti per punti, così per evitare di essere prolisso e per essere più chiaro possibile.

  • Referendum. Pacta sunt servanda. Ha vinto il Sì, prevedibile anche se, se avessi dovuto scommettere avrei scommesso sul No. Però sono sempre stato convinto di una cosa: a prescindere dall’esito, non è e non sarebbe stata un’apocalisse. È vero che ci sono critiche, verissimo, e che in ogni volta che si parla di legge elettorale è perchè o si avvicinano le elezioni o perchè c’è la “fregola” delle elezioni anticipate (e non succederà a breve, statece). Ma mi fido anche delle parole del mio Segretario, “ci faremo carico di quelle preoccupazioni di chi ha votato no”. No che comunque nelle regioni dove non si è votato per le Regionali è riuscito a mobilitare una fetta di elettorato non indifferente. Primo punto per Zingaretti. Pacta sunt servanda.

 

  • Le vittorie in Toscana, Puglia e Campania (e la sconfitta nelle Marche). La vittoria in Toscana era plausibile ma non scontata, con una Regione rossa che diventa per la prima volta seriamente contendibile. Con una classe dirigente che regge. In Puglia, nonostante Italia Viva e frattaglie borghesi di varia natura abbiano remato contro dall’inizio, Emiliano vince. Con una classe dirigente che regge. De Luca, zero parole, vince. Con una classe dirigente credibile. E anche Mangialardi, seppur perdendo si è dimostrato credibile. Dove il Centrosinistra e il Partito Democratico presentano una classe dirigente diffusa sul territorio, credibile, e riesce sempre in un contesto di coalizione ad “imporre” forza politica e struttura, vince. Ed è credibile. Secondo punto per Zingaretti.

 

  • La vittoria di Zaia in Veneto. Inutile che Salvini faccia il gradasso. Ora nella Lega si è aperta una voragine di potere, e l’hanno aperta i leghisti stessi. Sovranisti vs Nordisti “vecchio stampo”. E il dato chiaro è il risultato della lista Zaia (41%) contro la lista della Lega (15%). Dati che parlano chiaro dentro la Lega. Tant’è che le prime dichiarazioni di Salvini sono state prima il commento alle elezioni suppletive del Senato, poi ha commentato San Matteo (ci mancava solo la formazione del Milan di Arrigo Sacchi e la ricetta della Parmigiana di Melanzane) e poi è arrivata un’argomentazione che sentivo da qui il rumore di unghie sugli specchi. Matteo: se fai il gradasso (come in Emilia) perdi, se fai l’istituzionale (come in Toscana) perdi. Ti conviene tornare a fare il gradasso, ti riesce naturale e comunque hai stufato. La Lega Nord esiste, la Lega Nazionale di Salvini no. Terzo punto per Zingaretti (e uno per Zaia).

 

  • La Liguria e i 5 Stelle in generale. Qui dissento con il Segretario. Nelle Marche forse sì, anche se alleanze non si trasformano in somme aritmetiche di voti, ma in Liguria, unica Regione dove si è sperimentata la coalizione di Governo, il risultato non è stato dei migliori. Quindi o quell’alleanza a livello locale non riesce ad esprimere una classe dirigente credibile, oppure è stata un’alleanza troppo “a freddo” a livello locale e quindi non è piaciuta. E torniamo al punto di prima, manca classe dirigente locale per costruire una coalizione credibile. E i grillini ora? Vero hanno vinto il referendum. Nulla da dire. Ma ora non è che i risultati siano a favore del Movimento (seppur alle amministrative in generale non abbiano mai brillato). E se fossi nel nostro Segretario ora mettere giù una lista di punti politici e programmatici. E se il Movimento alzasse la voce…beh, ce sempre il voto, no? E a chi conviene oggi il voto, a Zingaretti o ai 5 Stelle? Per parafrasare un nobile politico romano ” E quando je ricapita?!?!”. Quarto punto per Zingaretti (e meno uno al Movimento).

 

  • Centrodestra in generale. La Meloni non sfonda, ma quel 9/10% di voto fascio fa paura. Silvio resta in quell’ameboide 4/6% con un target elettorale borghese popolare che non sa bene cosa sia se non per appartenenza e simpatia verso Silvio. Il Centrodestra è comunque leghista e la lega tira ancora. Sono ancora la prima coalizione, ma la forbice è erosa. Con un PD che torna ad essere primo partito davanti alla Lega (anche se il centrodestra è avanti ancora). Mezzo punto per Zingaretti (mezzo eh, bisogna ancora lavorare e costruire la coalizione, non possiamo continuare a stare soli, leggasi punto precedente).

 

  • Italia Viva e frattaglie varie di centrosinistra. Emiliano è stato un signore quando a caldo ha commentato “A Renzi non ho niente da dire”, poteva rispondere con un bel “Renzi chi?”. Dove Italia Viva (più Calenda, +Europa che non è chiaro dove stia in Europa e simili) va da sola prende percentuali al limite del prefisso telefonico (in Puglia, con un candidato presidente che ha perso tempo facendo il bulletto contro Emiliano ha preso ben l’1,70%…alla faccia di chi nel PD stava alla finestra nel dubbio se stare nel PD o passare ad IV), e dove va con il PD, è vero, prende un po’ di più, ma in una coalizione quel poco si sperde e non è mai determinante, checchè se ne dica in Toscana (5% comunque è sotto la forbice tra CDX e CSX). Ora di solito quando le navi affondano le persone scappano, e spero che qualcuno si ricordi del veleno della “separazione politica consensuale”. Un punto per Zingaretti.

Il quadro è questo, inaspettato rispetto anche alle Europee di un anno fa, con una pandemia di mezzo. Ed è tutto lì, quando il PD governa in modo credibile, è credibile, è forte. Quando costruisce classe dirigente è credibile, è forte. E spero che sappia costruirla a tutti i livelli.

Intanto, per questa sera, ha vinto lui, Zingaretti. E abbiamo vinto noi. Un altro punto per Zingaretti.

P.s. ah, ci sono ancora le comunali e il ballottaggio…


Commenta... oppure


torna su

Agenda

DoLuMaMeGiVeSa
1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30

Rassegna stampa