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Coronavirus: insufficienti misure Ue per affrontare le conseguenze economiche. I possibili interventi - di Nicola Corea

03 Aprile 2020


I 100 miliardi di Euro stanziati in favore dei Paesi più colpiti dal coronavirus, annunciato dalla Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sono utili, ma non bastato per neutralizzare gli effetti economici del virus. Per uscire dalla crisi e far ripartire l'economia, occorre fare molto di più. Ricorrere all’aumento del debito ed individuare i settori a cui dare la priorità, sono le chiavi per trovare la giusta soluzione.

C’è bisogno di un intervento pubblico di dimensioni molto più ampie, e soprattutto immediato. L'Italia deve poter aumentare il proprio debito, l'Europa deve permetterlo e la Bce deve garantire che non permetterà la divergenza eccessiva tra gli spread. Sono indispensabili finanziamenti immediati. I tempi medio-lunghi – di solito necessari per adottare questi provvedimenti – sono inaccettabili.

Bisogna subito coprire le imprese del valore perso in questo periodo di chiusura. Per questo servono ingenti somme, pari ad almeno tre punti di Pil. Mentre si concede liquidità alle imprese per fare in modo che non chiudano, occorre poi armarsi per far ripartire la produzione e ristrutturarsi non appena ce ne saranno le condizioni.

I 100 miliardi di Euro annunciati dall’Ue equivalgono allo 0,66% del Pil europeo. Pur essendo una cifra quattro volte superiore ai 25 miliardi promessi solo un mese fa dalla Presidente della Commissione Ue, sono ancora troppo pochi perchè vanno ripartiti tra i vari Paesi membri.

In questa situazione il rischio per l'Italia è che l'impatto del coronavirus sull’economia possa essere così devastante che avremo bisogno di un aiuto europeo che non deve venire dal bilancio, ma deve venire da un'azione concertata dei singoli Stati europei. Qualcuno dice un bond comune, qualcuno il Mes senza condizionalità. Tuttavia, se la crisi dovesse diventare così grave da dover necessitare di una richiesta esterna, alcuni economisti - piuttosto che il Mes o l'eurobond – suggeriscono addirittura di considerare un possibile intervento della Banca centrale europea, senza debito, con la stampa di carta moneta da parte della stessa, come farebbe un vero Stato federale europeo, direttamente trasferita alle imprese o ai cittadini in forte difficoltà. Un campo d’azione nuovo dove la politica monetaria diventerebbe, come poche volte nella nostra storia, politica fiscale.


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