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Franco Mirabelli: la situazione nelle carceri e le norme per l'emergenza

19 Marzo 2020


"Penso che il tema della sovrappopolazione carceraria vada affrontato.
Chi pensa che si possa risolvere l’emergenza di questi giorni senza mettere mano alle carceri, senza mettere mano al fatto che ci sono celle in cui si trovano 6 persone in 10 metri quadrati (mentre noi stiamo attenti a mantenere il metro di distanza anche in famiglia), sbaglia.
È evidente che intervenire per ridurre la popolazione carceraria in questo momento è un tema assolutamente decisivo, poi ci stanno i controlli sanitari, le regole sui colloqui e tutto ciò che il Governo sta prevedendo di fare, però questo è il tema principale.
Il decreto è un primo passo, secondo me non sufficiente.
È un provvedimento fondamentale quello che mette agli arresti domiciliari tutti coloro che hanno ancora da scontare 18 mesi di pena. Ovviamente, stiamo parlando di detenuti che sono stati trovati colpevoli di reati non gravissimi. Sono esclusi i reati gravi e di mafia da queste misure.
È un provvedimento che, se applicato integralmente, comporterebbe una riduzione di circa 6.000 persone all’interno delle carceri. Sono persone che comunque non andrebbero in giro libere ma sarebbero agli arresti domiciliari, pur con tutti i problemi che questo comporta.
Questo provvedimento ha un limite, però: consente gli arresti domiciliari senza il braccialetto elettronico solo a chi ha sei mesi da scontare mentre per gli altri è obbligatorio il braccialetto.
Noi temiamo che i braccialetti elettronici siano troppo pochi per garantire una sorta di automatismo e il processo per adeguare tutto questo sia troppo lungo rispetto alla situazione di emergenza che abbiamo.
Avremmo preferito un provvedimento che dicesse di dare gli arresti domiciliari se si hanno fino a 18 mesi da scontare e, dove siano disponibili i braccialetti, i magistrati di sorveglianza ne possano imporre l’utilizzo.
Durante la discussione parlamentare proveremo a cambiare questo passaggio nel testo del decreto.
L’altro provvedimento che è contenuto nel decreto è quello di consentire licenze fino al 20 giugno, a chi gode già di permessi per andare a lavorare per poi rientrare in carcere a dormire - che ora non può più uscire - per continuare a utilizzare questi permessi.
Sono, quindi, interventi utili e bisogna garantire però che questi provvedimenti siano sufficienti per ridurre in maniera significativa l’affollamento in carcere".

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